La Risonanza Magnetica (RM) è una tecnica diagnostica più recente rispetto alla TC dalla quale differisce in quanto non utilizza radiazioni ionizzanti (Raggi X) bensì onde di radiofrequenza e campi magnetici. Esternamente le attrezzature per una TC e per una RM sono simili (ma la tecnica di imaging è completamente diversa): la principale differenza è la lunghezza del tubo in cui viene posizionato il paziente, piccola nel caso della TC, maggiore nel caso della RM. In termini generali si può affermare che uno studio RM riesce meglio della TC a definire il contrasto tra i vari tessuti normali dell’organismo nonché tra questi ed i tessuti patologici.
Qual'è il principio di funzionamento?
Il principio di funzionamento è semplice: il nostro corpo è fatto per due terzi di acqua, e la quantità di acqua varia a seconda dei tessuti e delle loro eventuali condizioni patologiche. Un potente campo magnetico esterno (“effetto calamita”) costringe le molecole d’acqua del corpo a cambiare stato energetico. Se poi si invia un’onda radio di frequenza, l’energia dei protoni contenuti nelle molecole d’acqua cambia e successivamente ritorna alle condizioni originarie. Le oscillazioni indotte nei protoni possono essere rilevate dall’esterno misurando la densità di molecole in quel punto. Elaborate da un computer, queste informazioni daranno infine una immagine degli organi esplorati su piani multipli dello spazio direttamente acquisiti.
Perché si fa?
È particolarmente utile nella diagnosi delle malattie del cervello, della colonna vertebrale, e del sistema muscolo-scheletrico (articolazioni, osso, tessuti molli) ma anche dell'addome e pelvi e dei vasi.
Prima dell'esame
Non è necessaria alcuna preparazione. È preferibile evitare l'esame nel primo trimestre di gravidanza, salvo casi particolari vagliati dal medico responsabile. Prima dell'esame ad ogni paziente viene consegnata una scheda-questionario, che dovrà compilare e firmare. In particolare dovrà essere accertata la presenza di pace-maker cardiaco, pompe di infusione interne, neurostimolatori, protesi all'orecchio interno che possono subire danneggiamenti sotto l'azione del campo magnetico.
Analogamente possono costituire controindicazione all'esame la presenza di schegge metalliche all'interno del corpo e in particolare in vicinanza degli occhi, clips metalliche a seguito di interventi chirurgici al cervello o al cuore. Oggetti di materiale ferromagnetico immersi in un campo magnetico intenso subiscono forze rilevanti che possono provocarne lo spostamento con conseguente danno ai tessuti, ad esempio nel caso delle schegge che si trovassero vicino a vasi sanguigni; anche in assenza di tale rischio la presenza di materiale ferromagnetico, alterando il campo cui sono sottoposti i tessuti, può degradare l'immagine. Subito prima dell’esame è bene togliere oggetti di metallo, orologio, schede magnetiche (carte di credito, bancomat), trucco al viso, lenti a contatto, chiavi, monete e tutt'altro di metallico indossato. La claustrofobia rappresenta una controindicazione relativa all’effettuazione di un esame RM soprattutto con apparecchi “chiusi”; in questi casi, valutate le eventuali alternative diagnostiche, si provvederà ad eseguire una sedazione più o meno profonda prendendo opportuni accordi con il servizio di anestesia e rianimazione.
Come viene condotto un esame RM
Dopo il colloquio con il medico radiologo, il paziente viene condotto in uno spogliatoio, dove potrà togliersi tutti gli indumenti, eccettuato quelli intimi purché non possiedano parti metalliche; gli verrà fornito un camice ed entrerà nella sala dove effettuerà l'esame. Verrà aiutato dal personale a sistemarsi nell'apparecchiatura e in relazione al tipo di organo da studiare potranno essere posizionate all'esterno del corpo le cosiddette bobine di superficie; poiché si tratta di un cilindro abbastanza stretto ed il periodo di permanenza è discretamente lungo (circa 30 minuti), chi è un pò claustrofobico (soffre cioè quando si trova in ambienti chiusi) dovrà cercare di rilassarsi, magari pensando ad altro. Durante la permanenza nel magnete si udranno rumori molto secchi e forti dovuti all'emissione di onde radio (l'uso di cuffie auricolari potrà essere utile per ridurre il rumore). In ogni caso, anche se nella sala dell'esame il paziente è solo, è sempre collegato tramite microfono con i tecnici e con il medico.
Qualche volta, a discrezione del medico radiologo e in relazione al tipo di patologia da studiare, potrà essere somministrato un mezzo di contrasto contenente Gadolinio per via endovenosa (attraverso un’agocannula posizionata in una vena superficiale).
Terminato l'esame
Dopo l’esame il paziente non deve attenersi a regimi o prescrizioni particolari e può immediatamente riprendere la sua normale attività.