A cura del Dott. Giancarlo Pasetti, specialista in malattia infettive ed epatologia
Le epatiti virali sono le malattie infettive più frequenti a carico del fegato.
Numerosi sono i virus (una diecina) che possono causare un’epatite acuta; in Italia le forme principali sono causate dai virus A, B, C e D (o delta).
Nel nostro paese il miglioramento delle condizioni igieniche generali, l’uso di materiale sanitario a perdere, la diffusione delle pratiche vaccinali hanno negli ultimi 20-30 anni determinato un netto decremento delle forme acute.
Permangono invece come importante problema sanitario le forme croniche di epatite virale da virus B e C ( il virus A non cronicizza).
Le attuali terapie possono ottenere una completa risoluzione in circa l’80% dei casi; di qui l’importanza di una diagnosi precoce delle infezioni virali al fegato al fine di bloccarne l’evoluzione verso la cirrosi epatica e le sue complicanze, compreso l’epatocarcinoma.
Poiché la sintomatologia è aspecifica (stanchezza, difficoltà digestive), di solito il primo segnale di allarme è costituito dal rilievo tra gli esami del sangue di transaminasi alterate; questo comporta l’avvio di un processo diagnostico per accertare la presenza e la causa dell’epatopatia.
Epatite cronica da HBV
Per quanto riguarda l’epatopatia causata dal virus B due sono i fattori che hanno modificato radicalmente l’epidemiologia di questa epatopatia:
- il miglioramento delle condizioni socio-economiche della popolazione in generale;
- l ’introduzione dell’obbligo vaccinale anti HBV nel 1991 (al momento della nascita ed ai dodicenni).
L’Italia da paese a media endemia (intorno al 2-8%) è diventato un paese a bassa endemia (< 2%); è molto importante sottolineare che l’evoluzione dell’infezione acuta da HBV verso la cronicizzazione dipende essenzialmente dall’età in cui si contrae l’infezione: la probabilità è più elevata per coloro che si infettano alla nascita ( 90%) o durante l’infanzia (20-30%) rispetto al soggetto che si infetta in età adulta, il quale ha un probabilità di cronicizzazione inferiore all’1%.
Di riflesso con la riduzione della circolazione del virus B è diminuita consensualmente la epatopatia da virus delta, che necessita della presenza del virus B per coinfettare o superinfettare il soggetto.
Criteri diagnostici dell’epatite cronica da HBV
Per epatite cronica si intende una patologia necrotico-infiammatoria del fegato con la persistenza di positività per HBsAg per oltre sei mesi. I principali parametri da utilizzare per la diagnosi di epatite B sono rappresentati dalla determinazione degli antigeni e degli anticorpi virali, della viremia (HBV-DNA) e dalla determinazione delle transaminasi e della bilirubina.
E’ importante inoltre quantificare il danno causato dall’epatite, cioè il grado di fibrosi presente, che può essere valutato con un accurata ecografia epatica.
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Articolo estratto da Polinews 11 – marzo 2012