Quando si rompe il tendine d’Achille si avverte un dolore fortissimo alla caviglia e per questo motivo è indispensabile provvedere ad una diagnosi immediata. E’ importante approfondire con una visita specialistica e quindi un esame diagnostico adeguato poiché circa nel 20% dei casi questo tipo di trauma viene scambiato con altre patologie, in primis la tendinite. Per accertare la presenza del trauma e soprattutto l’entità di questo, lo specialista sceglierà di indagare attraverso un’ecografia o una risonanza magnetica.
I pazienti ai quali viene diagnosticata la rottura del tendine di Achille descrivono l’evento come un colpo alla caviglia con conseguente dolore acuto, difficoltà a camminare, ematoma e gonfiore e un affossamento nella parte posteriore della caviglia.
Nella maggior parte dei casi lo specialista suggerirà al paziente l’intervento chirurgico che servirà a ripristinare le funzionalità del tendine. Gli approcci chirurgici sono diversi e si differenziano rispetto al decorso post operatorio e quindi ai tempi di recupero. In una condizione dove le lesioni si presentano gravi tendenzialmente il chirurgo effettuerà un intervento in chirurgia tradizionale seguito da un periodo di circa 40 giorni di immobilizzazione con un tutore a cui seguirà una graduale riabilitazione. Dove è possibile, il chirurgo effettuerà un tipo di chirurgia mini invasiva che ha come vantaggio quello dei tempi di recupero più brevi. In questo caso la riabilitazione potrà iniziare subito dopo l’intervento, evitando l’immobilizzazione dell’arto. I tempi di recupero delle rispettive tipologie di intervento sono di circa 6 mesi per la chirurgia tradizionale e 4 mesi per la mini invasiva.