BLOG

SETTEMBRE, API E CALABRONI IN AGGUATO: CRESCE IL PERICOLO PER GLI ALLERGICI

Mercoledì 31 Agosto 2011

A cura del Dott. Giovanni Cavagni, allergologo pediatra.

 

“UCCISO DALLA PUNTURA DI CALABRONE”, chiamato il 118, inutili tentativi rianimatori, agricoltore muore per shock anafilattico.

Punto sul collo da un calabrone mentre si trovava in un casolare nel­la campagna senese. V. C., 66 anni, è morto pochi minuti dopo a causa di uno shock anafilattico. Prontamente intervenuto il 118 ma non c’è stato nulla da fare. V. C. si trovava con la famiglia all’interno della sua azienda agricola. È stato punto all’al­tezza della giugulare da un calabrone appena entrato all’interno del casolare. Ha sentito il dolore e si è quasi subito accasciato a terra. Nell’ago­sto di due anni prima V. C. era stato punto da un altro calabrone, ma riuscì a salvarsi grazie alle cure immediate che gli vennero praticate.

(dalla rassegna stampa del 27 agosto 2011)

 

Non è mai la prima volta che si è punti ad essere pericoloso; nel soggetto allergico il veleno dell’insetto stimola la produzione di anticorpi (Immunoglobuline E – IgE)  che diventano sensibili alle proteine presenti nel veleno del pungiglione e solo dopo una successiva puntura l’aggressività di questi anticorpi metterà a rischio  di una reazione grave.

Lo shock anafilattico da puntura di imenotteri in genere, non arriva quasi mai come un fulmine a ciel sereno. È importante fare caso ai sintomi quando sono meno evidenti e decidere di recarsi subito da uno specia­lista per fare i test allergici, perché solo chi è allergico al veleno rischia la reazione anafilattica: un gonfiore diffuso, con orticaria con prurito in tutto il corpo o difficoltà a respirare.

L’ape da miele e la vespa sono gli imenotteri più pericolosi ma a loro vanno aggiunti il calabrone, la vespula detta terragnola, la polistes o muraiola. Può provoca­re reazioni anche il bombo, che è un tipo di vespa ma meno portato a pungere.

Minore è il tempo trascorso tra due punture, maggiore è il rischio per il soggetto allergico. Dopo gli apicoltori le categorie più a rischio sono gli agricoltori, i giardinieri; i muratori in corso di ristrutturazioni possono imbattersi in nidi di polistes sotto travi o tra intercapedini. Il mese di settembre è il mese più pericoloso: la maturazione dell’uva, la vendemmia e il trasporto dell’uva aumenta il rischio di contatto con api e calabroni anche in città.

É un proble­ma più diffuso di quanto sembri: infatti vanno al pron­to soccorso solo coloro che hanno problemi più seri. Non può consolare che le morti sono molto rare: meno di una decina all’anno in tutta Italia; ci sembra un prezzo troppo elevato che potrebbe essere evitato con più attenzione alla prevenzione.

Chi è stato riscontrato positivo alle prove allergiche deve tenere sempre a pronta disposizione l’adrenalina, il salvavita in grado di contrastare uno shock anafilattico; in farmacia l’adrenalina la si può avere inserita in autoiniettori molto prati­ci, che non devono stare in fri­go come il preparato in fiale.

Come efficace prevenzione delle gravi reazioni anafilattiche si ricorre al vaccino a base di veleno di questi insetti che vie­ne iniettato sottocute.

Presso il servizio di allergologico del Poliambulatoro Dalla Rosa Prati è possibile eseguire questo immunoterapia specifica come trattamento ultra rapido: si desensibilizzano adulti e bambini allergici a questi insetti in solo due giorni; inizialmente si continua una volta al mese, poi ogni sei mesi, infine ogni otto. Si va avanti così per cinque anni.

Può sembrare una terapia pericolosa e sco­moda ma in mani esperte è sicura e cam­bia la qualità della vita a perso­ne che altrimenti vivono nel terrore di essere punte. È garantito che con il vaccino si annulla quasi completamente le possibilità che una successiva puntura possa provocare una rea­zione grave.

Settembre, api e calabroni in agguato: cresce il pericolo per gli allergici