La pelle è il primo meccanismo di difesa del nostro corpo, il quale cerca di preservarla nelle migliori condizioni possibili. Per questo motivo, a fronte di un taglio o di una lesione, avvia spontaneamente il fenomeno di cicatrizzazione.
In prima battuta, corrono nel luogo della ferita le piastrine che sono dei corpuscoli sanguigni in grado di formare un coagulo a bloccare il sanguinamento. Nello stesso tempo, altre cellule specifiche eliminano il tessuto necrotico (morto) ed eventuali agenti patogeni che siano in quella sede: quello che percepisce il corpo è la contrazione dei lembi della ferita.
Terminata questa fase, ulteriori cellule chiamate fibroblasti vanno nella zona interessata a produrre fibre di collagene ed elastina: la ferita si contrae in modo che i margini si possano avvicinare ed aumenta la riproduzione cellulare che andrà ad occupare gli spazi lasciati dalle cellule morte. E’ proprio in questa fase che, a seconda delle persone o della sede corporea, si svilupperà una cicatrizzazione quasi invisibile o una cicatrizzazione assolutamente anti estetica.
Nei mesi e negli anni successivi, l’elastina continuerà a modellare la cicatrice.
Sia che si tratti di cicatrici dovute ad interventi chirurgici che da infortuni o da ustioni, se antiestetiche creano parecchio imbarazzo specie quando ci si avvicina ai periodi caldi durante i quali si desidera scoprire il corpo.
LEGGENDE O VERITA’
Sono moltissime le leggende legate a come accelerare le fasi di cui sopra ed a come ottenere un esito visivamente gradevole. In commercio esistono delle pomate che aiutano moltissimo l’estetica della guarigione ma il lavoro più utile lo fa il nostro intervento.
- Come prima cosa, bisogna farsi coraggio e pulire la parte. Non è necessario sfregare: sapone neutro ed acqua corrente saranno sufficienti.
In caso di necessità, si potrà rimuovere ulteriore sporcizia con una garza (il cotone potrebbe lasciare dei residui)
- Disinfezione. Per molto tempo l’alcool è stato utilizzato come disinfettante per eccellenza nonostante il suo potere antisettico sia inferiore a quello di altri prodotti in commercio. “Se brucia ti fa bene” dicevano i nonnini di una volta (d’altra parte, loro si disinfettavano utilizzando l’urina).
Si possono utilizzare garze sterili imbevute di disinfettante procedendo con movimenti circolari dal centro verso l’esterno
- Coprire la parte: le ferite lasciate scoperte cicatrizzano più lentamente in quanto le cellule che dovrebbero rigenerare la pelle migrano sotto la crosta in cerca di un po’ di umidità.
D’altra parte, una chiusura ermetica della ferita va evitata poiché l’ambiente caldo ed umido che si creerebbe potrebbe essere fonte d’infezione. Inoltre, buoni livelli di ossigeno favoriscono la cicatrizzazione
Per queste ragioni è meglio optare per medicazioni semipermeabili.
- Eventuali condizioni di ipotermia (freddo spinto), determinano un rallentamento del processo si riepitelizzazione
- Non togliersi mai le crosticine, lasciando che il processo di guarigione si completi
“IO CICATRIZZO MALE”: DA COSA DIPENDE?
Genetica a parte (su questa non si può intervenire), i fattori che disturbano l’estetica della guarigione sono diversi:
- L’età
- La razza: nelle popolazioni nere ed asiatiche, tendono a formarsi placche fibrose sotto l’epidermide(cheloidi)
- Lo stato nutrizionale (ad esempio: carenza di Vitamina C)
- L’obesità: oltre a facilitare i processi infettivi, aumentata proprio la trazione meccanica dei lembi della ferita
- Fattori endocrini (ad esempio, assunzione di cortisonici)
Quindi: avere chiaro cosa fare in caso di lesione è utile non sono per una corretta guarigione senza infezioni ma anche per l’estetica. Quasi sempre la bellezza passa attraverso un corpo sano