BLOG

RACHIDE CERVICALE: PATOLOGIE E CURE

Venerdì 19 Dicembre 2014

A cura di Paolo Del Piano, fisiatra

 

Posture scorrette, colpo di frusta, mal occlusione: sono solo alcune delle cause che possono provocare una modificazione alla curva del rachide cervicale. La conseguenza? Dolori al collo, mal di testa e nevralgie. Il rimedio possibile? Il trattamento fisioterapico.

 

Quando s’infiamma, son dolori. Il rachide cervicale è il tratto della colonna vertebrale che sostiene il capo e si appoggia alla prima vertebra dorsale. Una struttura costituita da sette vertebre e da un gruppo di muscoli e legamenti con funzioni di dinamiche e di sostegno in grado di regolare i gradi di rotazione e flesso-estensione del collo: in alto sostiene il cranio e in basso descrive una curva rivolta in avanti della lordosi fisiologica.
Quando la curva si altera, arrivano i problemi. I motivi possono essere tanti, dagli eventi traumatici (colpo di frusta e cadute) alle posture scorrette, ma anche patologie degenerative artrosiche, mala occlusione, bruxismo notturno, morso serrato (patologia causata dai denti del giudizio). Oltre a fastidi e dolori diffusi, la sofferenza a carico della cerniera cervico-occipitale C2-C3 provoca una sintomatologia caratteristica rappresentata dalla triade classica: senso di nausea, talora vomito, instabilità dell’equilibrio fino alla vertigine. Frequenti anche cefalee ed emicranie muscolo tensive.

Quando il dolore colpisce la cerniera C5-C6-C7 ci si trova al livello di emergenza dei nervi spinali radiale e ulnare che portano l’innervazione all’arto superiore producendo la cosiddetta cervico-brachialgia. In questo caso i dolori sono muscolari e interessano i trapezi, gli interscapolari dorsali, gli scapolari, i muscoli della cuffia dei rotatori delle spalle con dolorose tendinopatie, epicondilite, dolori al polso e formicolii alle dita. Questo succede quando i dischi intervertebrali degenerano a causa della pressione esercitata su di essi per la perdita della curva fisiologica. E il nucleo polposo, che ha la funzione di ammortizzare e tenere distanziati i corpi vertebrali, si disidrata dando inizio alla discopatia. Successivamente la pressione eccessiva si scarica sugli anelli di fibrocartilagine del disco, provocandone la rottura. Attraverso tali rotture può essere espulso il disco intervertebrale, diventando così una protrusione o ernia discale.

Il trattamento fisioterapico di tipo manuale mira al ripristino della curva fisiologica attraverso esercizi mirati, da svolgere anche a casa. Un approccio che permette di ottenere un risultato duraturo nel tempo, purché non ci si trovi di fronte a forme degenerative artrosiche, nelle quali le alterazioni presenti sono difficilmente modificabili.

Altro capitolo, la sofferenza al rachide cervicale causata da una qualunque forma di mal occlusione, che provoca una sofferenza a livello dell’articolazione temporo mandibolare. In questi casi, infatti, la patologia interessa i muscoli della masticazione e della deglutizione che partendo dal pavimento linguale, angolo mandibolare interno, scende lateralmente lungo il collo e s’inserisce all’angolo scapolare supero mediale. Tale inserzione è estremamente sensibile e dolorosa e assieme al dolore della temporo mandibolare proiettato dietro l’orecchio, rappresenta un elemento importante per la diagnosi. Il livello cervicale interessato in questi casi è quello tra C3-C4.
Il dolore dell’articolazione temporo mandibolare si irradia al viso, all’orecchio dando senso di sordità; al risveglio si ha una sensazione di pesantezza alla nuca, al collo e alle spalle e il dolore all’apice delle scapole è intenso. In questi casi il fisiatra concentra il trattamento sull’articolazione temporo mandibolare e solo successivamente sul rachide cervicale.

È importante inoltre una consulenza ortodontica per risolvere il problema all’origine, diversamente il solo trattamento fisioterapico può apportare solo benefici temporanei e di breve durata.

 

Estratto da “Il Magazine del Poliambulatorio Dalla Rosa Prati” Dicembre 2014

3 DIAGNOSI E TRATTAMENTO IN FISIOTERAPIA

Dopo la visita, il medico fisiatra potrà richiedere ulteriori indagini di tipo:

  • ortopedico,
  • reumatologico,
  • neurologico,
  • neurochirurgico

tramite un consulto con colleghi o attraverso strumenti diagnostici quali

  • radiografia,
  • tomografia computerizzata,
  • risonanza magnetica,
  • ecografia.

Ottenuta la diagnosi, potrà stabilire un progetto riabilitativo farmacologico o fisioterapico.

Le branche di specializzazione presso il Poliambulatorio della Rosa Prati sono, oltre le visite fisiatriche di routine,

  • le manipolazioni vertebrali e del bacino,
  • la mesoterapia a scopo antalgico con antinfiammatori FANS – si tratta di un tipo di terapia del dolore praticata attraverso iniezioni multiple praticate localmente mediante una piastra dotata di piccolissimi aghi –,
  • le infiltrazioni intrarticolari di cortisone,
  • le visite di medicina biologica tramite omotossicologia omeopatica – discipline alternativebasate sullo studio di fattori tossici per l’uomo (omotossine) identificati come cause di diverse malattie –,
  • l’omeomesoterapia – iniezioni sottocute o per via intradermica di piccole quantità di farmaci. I sottilissimi aghi permettono di raggiungere sia i punti corrispondenti all’organo sede del processo patologico, sia quelli dell’agopuntura favorendo un rilascio nel tempo del farmaco nella specifica area –
  • l’agopuntura.
Rachide cervicale: patologie e cure