INTERVENTI DI CHIRURGIA DEL GINOCCHIO
RISPETTO E RISPARMIO DI TESSUTI, RICOSTRUZIONI CARTILAGINEE E PROTESI AL GINOCCHIO CON TECNICHE AVANZATE
L’équipe di chirurghi ortopedici del ginocchio del centro di eccellenza Clinica San Francesco adotta da sempre la filosofia di un progressivo e continuo sviluppo tecnologico mirato a ridurre l’invasività degli interventi. L’approccio artroscopico si concretizza in un maggiore rispetto e risparmio di tessuti, che si traduce in una minore sintomatologia dolorosa e in tempi di recupero più rapidi per il paziente. La maggior parte degli operati può tornare a camminare poche ore dopo l’intervento e recupera la funzionalità del ginocchio in poche settimane.
Il team diretto dal Dr. Piergiuseppe Perazzini, tra i migliori chirurghi del ginocchio in Italia, esegue tutti i principali interventi di chirurgia menisco – legamentosa e cartilaginea del ginocchio in artroscopia, ricorrendo anche all’utilizzo di tessuti da donatore (attraverso la banca dei tessuti) ed alle biotecnologie (colture cellulari, innesti di fattori di crescita, di precursori delle cellule cartilaginee/ossee, cellule mesenchimali ) per le ricostruzioni cartilaginee.
Chirurgia artroscopica del ginocchio
Interventi chirurgici al menisco, ai legamenti e alle cartilagini
Presso la Clinica San Francesco, ogni intervento ricostruttivo del menisco e dei legamenti del ginocchio viene eseguito in artroscopia, una metodica percutanea che consente, grazie a una mini telecamera e a piccoli strumenti introdotti attraverso delle incisioni minuscole, di vedere e di operare all’interno di un’articolazione.
Le tecniche variano in funzione della tipologia di paziente e dello specifico caso clinico.
Nella maggior parte dei casi, per la ricostruzione del legamento crociato anteriore o posteriore vengono utilizzati i tendini flessori del ginocchio raddoppiati (trapianto autologo), ma sono di uso corrente anche l’innesto di tendine rotuleo, quadricipitale, i tendini da donatore (attraverso la banca dei tessuti) e, in casi selezionati, i tendini artificiali.
Per il trattamento delle problematiche legate al menisco, l’approccio è quello di salvaguardare il più possibile le strutture, sacrificandone solo le parti irrecuperabili e suturandoli quando è possibile oppure sostituendoli con protesi meniscali o con menischi da donatore.
Per il trattamento delle lesioni cartilaginee le opzioni sono molteplici e mirate alla riparazione dello specifico danno esistente. Si spazia dagli innesti osteocartilaginei autologhi (dallo stesso paziente), agli eterologhi e alle colture cellulari (eseguite in laboratorio partendo dal prelievo di un frammento di cartilagine del paziente con successivo innesto sull’area danneggiata), fino alle microfratture associate o meno all’uso dei fattori di crescita e alle cellule mesenchimali.
Chirurgia femororotulea
In questo ambito vengono trattate le patologie dovute al malfunzionamento dell’articolazione conseguente ad un trauma o al difettoso allineamento costituzionale. Le tecniche utilizzate vanno dalla levigatura delle superfici usurate (shaving endoscopico), alle microfratture, al trapianto di cartilagine, al bilanciamento articolare (lateral release, plicature endoscopiche dell’alare interno) fino alla ricostruzione del legamento femoro patellare mediale (con svariate metodiche). Il riallineamento prossimale e/o distale dell’apparato estensore viene riservato ai casi con difetti importanti di scorrimento della rotula.
Chirurgia con protesi al ginocchio
Protesi anallergiche e soluzioni per pazienti con una storia di fallimenti protesici
Presso il centro di eccellenza Clinica San Francesco vengono eseguiti interventi di chirurgia con protesi parziale e totale del ginocchio utilizzando artroprotesi anallergiche, per pazienti portatori di intolleranza ai metalli (in quanto, contrariamente alle protesi di anca, quelle di ginocchio sono realizzate, nella componente femorale, con una lega metallica che contiene il Nichel, il cromo ed il cobalto che sono i metalli verso i quali più frequentemente si sviluppano allergie da contatto).
I design protesici sono molteplici e cosi pure la tipologia di fissazione (cementata, non, cementata, ibrida).
La tecniche di applicazione protesica sono varie: la tradizionale (utilizzando maschere di taglio precostituite sulla base di uno studio radiologico preoperatorio), la navigata (ricorrendo ad un sistema intraoperatorio che è in grado di fornire informazioni dettagliate sul posizionamento delle componenti), per arrivare a quella robotica (impianti parziali o monocompartimentali e totali applicati con il sistema Mako Rio).
La scelta della tipologia di impianto e della metodica di applicazione viene fatta in base a criteri e linee guida condivisi, cercando di dare al paziente la soluzione migliore per il suo specifico problema.
La chirurgia di revisione dei fallimenti protesici rappresenta una vasta area di lavoro, estremamente difficile, tecnicamente complessa e che si avvale di modelli protesici e di metodiche diverse a seconda dei casi, ricorrendo, nei fallimenti con importanti distruzioni del tessuto osseo, anche all’uso di trapianti da donatore.
Vengono trattate con risultati estremamente soddisfacenti sia le infezioni (con il supporto di specialisti infettivologi), sia le mobilizzazioni. Si tratta di un settore in progressiva espansione a causa del sempre crescente numero di impianti e dell’allungarsi della vita media dell’uomo.
Non ultimo il campo traumatologico che vede l’utilizzo di tecniche e strumentari che permettono la ricostruzione delle strutture lesionate, consentendo la ripresa funzionale il più rapidamente possibile.
Trattamento antalgico postoperatorio
Nella fase post-chirurgica il paziente viene seguito da un anestesista che si occupa della prevenzione e della cura della sintomatologia dolorosa di natura protesica ricorrendo alle più moderne metodiche (blocchi selettivi dei rami nervosi, sondini peridurali, somministrazione continuata di mini-dosi di analgesici ecc.) e all’uso farmaci di ultima generazione.
INTRODUZIONE ED OBIETTIVI:
Il Centro di chirurgia artroscopica e mini-invasiva ha come obiettivo l’inquadramento e la cura della patologie del ginocchio e della spalla con estensione del campo operativo solo per la traumatologia dello sport di altre articolazioni.
La diagnosi corretta e precoce é considerata la base per la possibile gestione della patologia con trattamento mini-invasivo. La figura del moderno chirurgo articolare mini-invasivo si è evoluta in senso più ampio da “esperto chirurgo” ad “esperto di patologia” in grado di valutare la reale gravità della patologia articolare ed analizzarne il potenziale evolutivo sia che il paziente opti per l’indicazione chirurgica sia che preferisca il trattamento conservativo non chirurgico.
Il potenziale risultato di trattamento chirurgico artroscopico o mini-invasivo dipende anche dal tempestivo e corretto inquadramento diagnostico e deve essere associato ad una riabilitazione modulata in rapporto a:
- Tipologia di intervento
- Gravità della patologia
- Tempi di evoluzione biologica
L’artroscopia, applicazione articolare delle tecniche endoscopiche che permettono di valutare e trattare la lesione attraverso incisioni di pochi millimetri, ha apportato notevoli vantaggi nel ridurre l’impatto dell’intervento chirurgico sia per il dolore del paziente che per i tempi di recupero post-operatorio. Quando la gravità della patologia (evoluzione artrosica) non rende indicato il trattamento artroscopico possono essere eseguiti interventi con approccio mini-invasivo sia nella tecnica chirurgica ( incisioni ridotte, rispetto e ricostruzione dei piani anatomici, accurata emostasi con riduzione della perdita ematica) sia nella scelta del modello protesico (ridotta superfcie di impianto e resezione ossea).
IL METODO E LA RICERCA:
L’evoluzione continua della tecnica chirurgica mirata a ridurre l’invasività deve associarsi ad una rigorosa valutazione oggettiva dei risultati sia a breve che a medio e lungo termine per ottimizzare e valutare il reale potenziale delle innovazioni. I controlli post-operatori sono parte integrante del percorso chirurgico per analizzare le variabili di risposta individuale e la compliance del paziente per il trattamento riabilitativo. É fondamentale l’interazione continua con le figure professionali addette alla riabilitazione per valutare l’evoluzione della risposta funzionale del paziente e la collaborazione responsabile dl paziente nel seguire le indicazioni fornite rispettando i tempi di evoluzione biologica dell’intervento eseguito.
La ricerca clinica con valutazione mirata dei casi per patologie specifiche a minimo 2 anni di follow-up con utilizzo di esaminatore indipendente e schede di valutazione riconosciute a livello internazionale, oltre a fornire materiale per un costruttivo confronto scientifico permette di fornire al paziente dati oggettivi sulla percentuale di affidabilità di un possibile intervento che viene indicato.