Come riconoscere, trattare ed evitare l'otite del nuotatore
Con l’arrivo della stagione calda le persone cominciano a frequentare le piscine e la spiagge ma, purtroppo, questa piacevole consuetudine può nascondere qualche insidia.
Per approfondire questa patologia, abbiamo intervistato il Dottor Roberto Bevini, otorinolaringoiatra di comprovata esperienza.
Dott. Bevini cosa provoca l'otite del nuotatore?
La causa di questa patologia è da imputare all'acqua che ristagnando nell’orecchio favorisce la comparsa di una spiacevole forma infiammatoria: l’otite esterna detta anche, non a caso, otite dei nuotatori.
L’otite esterna diffusa è un’infezione del condotto uditivo esterno che talvolta si può estendere al padiglione auricolare (accennerò più avanti ai fattori predisponenti) provocata da batteri o funghi che ne aggrediscono la cute ed il tessuto sottocutaneo.
Quali sono i sintomi dell'otite esterna?
I sintomi sono: violento dolore (otodinia), talvolta irradiato alla mandibola e preceduto da intenso prurito. Rigonfiamento della cute del condotto uditivo, fuoriuscita di secrezioni purulente talvolta maleodoranti. Dolore durante la masticazione accentuato dalla trazione sul padiglione auricolare e, caratteristicamente, dalla pressione sul trago, questo ultimo sintomo non è presente invece nell’otite media acuta, quella cioè che interessa la cassa del timpano, dove il dolore non è modificato da manovre esterne.
Questo quadro è accompagnato da ovattamento auricolare sino ad un calo dell’udito (ipoacusia) dal lato interessato. Dolore ed edema - gonfiore - del condotto possono rendere difficile , se non impossibile, l’introduzione dell’otoscopio durante la visita.
È un patologia piuttosto frequente e si stima che colpisca circa 4/1000 pazienti all’anno.
Nella maggior parte dei casi il germe imputato è lo Pseudomonas Aeruginosa (60%), seguito da Staphylococcus aureus (20%) e Proteus vulgaris (20%) per quanto riguarda i batteri; Candida albicans e Aspergillus niger nelle forme micotiche o miste.
I batteri hanno sicuramente un ruolo fondamentale nell’insorgenza dell’otite esterna, ma da soli non sono in grado di provocarla. Oltre a fattori esterni, entra in gioco la predisposizione individuale data da nostri comportamenti errati e/o preesistenza di alterazioni anatomiche o infiammatorie croniche dei condotti uditivi. Nella mia esperienza mi sono reso conto che spesso sono i medesimi pazienti che si presentano a visita specialistica nel periodo estivo con otite esterna in atto.
Cosa aumenta il rischio di sviluppare questo disturbo?
Ci sono fattori che indubbiamente aumentano la probabilità di sviluppare il disturbo, come:
- Il clima caldo-umido
- La macerazione della cute in seguito a prolungato contatto con l’acqua (specie se contenente shampoo o sapone alcalino) che può causare prurito con conseguenti traumi da grattamento della sottile cute che riveste i condotti che possono favorire l’accesso dei batteri
- Restringimenti (stenosi) dei condotti uditivi come ad esempio nel caso delle esostosi ossee (formazione anomala di escrescenze ossee nel canale uditivo) che sono più frequenti nei subacquei o nei nuotatori
- Ipertricosi (eccesso di peli detti “tragi”) nei maschi adulti
- Dermatiti croniche della cute dei condotti (es. eczema).
- Patologie sistemiche come ad esempio il diabete (nel paziente diabetico ed anziano può progredire in una forma necrotizzante gravissima con interessamento dei tessuti circostanti compreso l’osso).
- L’eccessiva pulizia della orecchie.
Anche l'eccessiva pulizia delle orecchie può aumentare la probabilità di sviluppare l'otite del nuotatore?
Certamente e a tal proposito desidero aprire una parentesi.
Nella cute del condotto uditivo esterno sono presenti delle speciali ghiandole che producono fisiologicamente una sostanza cerosa giallastra: il cerume.
Il cerume serve a rendere impermeabile la superficie del condotto, mantenendola allo stesso tempo umida, lubrificata e resistente alle infezioni grazie alla sua azione antibatterica - contiene lisozima che idrolizza i peptidoglicani della parete batterica. Ricordo che il canale uditivo è potenzialmente il posto ideale per il proliferare dei batteri essendo umido, caldo, buio ed a fondo cieco per la presenza della membrana timpanica nella parte interna.
Come dico scherzando ai pazienti: “ Se Dio avesse voluto che ci pulissimo l’interno dell’orecchio avrebbe fatto un condotto più largo o le dita più sottili”.
È chiaro perciò che rimuovendo il cerume in modo quasi compulsivo, come fanno alcune persone con un’igiene troppo scrupolosa, anche le naturali difese messe in atto vengono alterate e rimosse.
Molto spesso i pazienti tentano di rimuovere il cerume per mezzo dello scorretto, oltre che aggressivo uso dei bastoncini in cotone - ma alcuni mi hanno candidamente confessato di utilizzare il cappuccio in plastica delle penne o le forcine per capelli….! Frequenti i pazienti che giungono in ambulatorio con calo dell’udito, a volte dolore e presenza di odore fetido dall’orecchio interessato a cui ho rimosso teste di “cotton-fioc” incastrati del canale uditivo.
Per non parlare poi dei famigerati “coni” da inserire nell’orecchio prima di incendiarli con la vana speranza di provocare una depressione idonea a rimuovere il cerume…. Uno studio pubblicato già nel 1996 sulla rivista medica Laryngoscope ne ha dimostrato non solo l’inutilità, ma anche la pericolosità per il rischio di deposito di cera nel condotto uditivo. Personalmente ho dovuto asportare con fatica un tappo di cera colato dal cono nel condotto.
Quindi è opportuno che il cerume venga rimosso solamente quando diviene fastidioso, cioè quando si forma il cosiddetto tappo evitando il “fai da te” ma rivolgendosi ad uno specialista.
Per pulire le orecchie correttamente bisogna farlo in modo da non rischiare di creare lesioni, evitando di introdurvi alcun strumento, ma passando il dito solo esternamente.
Una domanda che mi viene posta da qualche paziente è: ”perché se vado a fare il bagno nel nostro mare non mi succede nulla, ma se vado ai Tropici mi viene l’otite?”. C’è una spiegazione. I mari tropicali abbondano di plancton perciò quando l’acqua entra nei condotti uditivi per poi asciugarsi provoca la morte di questi microorganismi che, depositandosi ed andando incontro a disfacimento, rilasciano sostanze irritanti favorendo il proliferare di batteri patogeni.
Come si cura l'otite esterna?
Normalmente nelle forme batteriche si prescrive un trattamento antibiotico locale (antimicotico nelle forme fungine) associato eventualmente a farmaci antinfiammatori per via generale per attenuarne il dolore. La terapia va protratta per non meno di 8 gg (anche più prolungato nelle fungine), evitando di sospenderla non appena la situazione migliora.
La terapia antibiotica per via generale è indicata nei diabetici, in caso di importante interessamento dei linfonodi regionali o in caso di comparsa di complicazioni infettive a carico del padiglione auricolare. Il ricovero si impone nei casi della grave otite esterna necrotizzante del diabetico.
Quindi concludendo per prevenire l'otite del nuotatore cosa dobbiamo fare?
Per prevenire l’insorgenza dell’otite esterna acuta è perciò necessario valutare se esistono fattori predisponenti sottoponendosi ad una visita otorinolaringoiatrica.
In tale occasione lo specialista potrà anche rimuovere eventuali tappi di cerume o detriti da desquamazione epidermica.
In caso di bagni in piscina o in mare - specie se tropicale - può essere utile risciacquare con acqua dolce pulita i condotti uditivi per poi asciugarli con cura, evitando di provocare microlesioni della cute.
In commercio è anche disponibile un prodotto spray a base di acido borico-etanolo + glicerolo che asciugando l’eccesso di acqua e mantenendo il pH fisiologico nel condotto uditivo riduce il rischio di otite esterna.
Evitare un eccessiva pulizia dei condotti uditivi specie se con bastoncini cotonati introdotti in profondità - che oltretutto invece di pulire compattano il cerume sul fondo…
Il calo dell’udito da otite esterna non complicata si risolve completamente dopo la riduzione dell’edema della cute dei condotti uditivi in seguito al trattamento.
Per maggiori informazioni o per prenotare una visita con il Dott. Bevini, contatta il nostro Centro Medico: 0535.85311 o invia una mail a prenotazioni@aesculapio.it.
All'Ambulatorio di otorinolaringoiatria si accede sia in libera professione sia privatamente.
𝘗𝘳𝘦𝘯𝘥𝘪𝘵𝘪 𝘤𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘪 𝘵𝘦 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴o: 𝘭𝘢 𝘵𝘶𝘢 𝘴𝘢𝘭𝘶𝘵𝘦 𝘦̀ 𝘪𝘭 𝘣𝘦𝘯𝘦 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘱𝘳𝘦𝘻𝘪𝘰𝘴𝘰!