Calugi, S.; Andreoli, B.; Dametti, L.; Dalle Grave, A.; Morandini, N.; Dalle Grave, R. The Impact of COVID-19 Lockdown on Patients with Obesity after Intensive Cognitive Behavioral Therapy—A Case-Control Study. Nutrients 2021, 13, doi:10.3390/nu13062021. Full text
A causa della pandemia COVID-19, l'Italia è stata in lockdown dal 9 marzo all'11 maggio 2020. Durante il lockdown, è stata sospesa qualsiasi attività medica considerata non urgente, compreso il trattamento per l'obesità. Ciò ha inevitabilmente causato un alto rischio di ricaduta nelle persone affette da obesità, potenzialmente aggravato dalle emozioni negative associate alle preoccupazioni legate alle gravi complicanze dell'infezione da COVID-19 segnalate in questa fragile popolazione. Infatti, diversi resoconti recentemente pubblicati hanno evidenziato l'associazione tra obesità e aumento della gravità della malattia da COVID-19. Questa associazione è stata confermata da una metanalisi di nove studi che ha concluso che i pazienti con obesità hanno una presentazione più grave di COVID-19 ed esiti peggiori.
Alcuni studi hanno anche studiato l'impatto del lockdown e il ruolo della pandemia di COVID-19 sui cambiamenti dello stile di vita, sulla vita psicosociale, sull'ansia, sulla depressione e sul cambiamento di peso nei pazienti con obesità. In generale, è stato riscontrato che la pandemia COVID-19 e le sue conseguenze, in termini di isolamento sociale, hanno avuto un impatto negativo significativo sui pazienti con obesità e sul loro trattamento, indipendentemente dall’infezione. Tuttavia, il principale limite di questi studi è stato l’aver utilizzato questionari retrospettivi di autovalutazione, interviste telefoniche o revisioni di cartelle cliniche che includevano solo pazienti con obesità esposti al lockdown, senza confrontarli con pazienti con obesità che non sono stati esposti al lockdown.
Questo limite è stato superato da uno studio caso-controllo retrospettivo eseguito dall’equipe dell’unità di riabilitazione nutrizionale della Casa di Cura Villa Garda e recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Nutrients. Lo studio ha valutato la perdita di peso, il numero degli episodi di abbuffata e lo stato di salute generale di 129 pazienti con obesità grave che hanno sperimentato il lockdown a causa della pandemia da COVID-19 nei 6 mesi dopo la dimissione dal ricovero di riabilitazione nutrizionale intensiva - un trattamento basato sulla terapia cognitivo comportamentale intensiva dell’obesità (CBT-OB) – e ha confrontato gli esiti con un gruppo di pazienti pareggiati per sesso, età e indice di massa corporea (IMC) che hanno ricevuto lo stesso trattamento prima dell'epidemia di COVID-19 (controlli). Tutti i pazienti sono stati valutati al basale e tramite intervista telefonica a 6 mesi di follow-up.
Entrambi i gruppi a 6 mesi di follow-up hanno raggiunto un calo di peso superiore al 9% del loro peso corporeo iniziale e hanno riportato una significativa diminuzione degli episodi di abbuffata e un simile stato di salute generale. Tuttavia, a 6 mesi di follow-up, i pazienti del gruppo di controllo hanno ottenuto una perdita di peso significativamente superiore rispetto a quella ottenuta da coloro che hanno sperimentato il lockdown (13% e 9,4%, rispettivamente). L’analisi dei pazienti in lockdown ha tuttavia permesso di evidenziare che circa la metà ha riferito di persistere con l’applicazione delle procedure CBT-OB dopo la dimissione (cioè, la procedura dell’alimentazione regolare, l’attenersi agli obiettivi calorici giornalieri e il mantenere uno stile di vita attivo). Questi dati supportano solo parzialmente i risultati precedenti secondo cui il lockdown ha avuto un impatto negativo significativo sui pazienti con obesità in termini di abitudini alimentari. Infatti, sebbene auto-riportati, i dati di questo studio indicano che la metà dei pazienti ha continuato a praticare comportamenti salutari di gestione del peso durante il lockdown.
In conclusione, i pazienti con obesità trattati con il ricovero di riabilitazione nutrizionale intensiva basato sulla CBT-OB ed esposti al lockdown causato dalla pandemia da COVID-19, nonostante abbiano ottenuto una perdita di peso inferiore rispetto ai pazienti non esposti, hanno comunque raggiunto un salutare decremento ponderale a 6 mesi di follow-up e una riduzione comparabile dei comportamenti di abbuffata, continuando a praticare, in un’ampia percentuale dei casi, comportamenti salutari di gestione del peso. Ciò suggerisce che, anche durante eventi avversi come la pandemia COVID-19, un trattamento specifico per l'obesità, vale a dire la riabilitazione ospedaliera intensiva basata sulla CBT-OB, sembra essere in grado di aiutare i pazienti a mantenere una gestione del peso efficace.