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Reumatologia

 

La reumatologia è la disciplina medica che si occupa dello studio delle malattie reumatiche o reumatismi. Il reumatologo è il medico specialista esperto nella diagnosi e nella cura di queste malattie.

Le malattie che interessano direttamente o indirettamente le articolazioni sono numerose; si dice comunemente che esistono più di cento malattie reumatiche diverse, naturalmente molto differenti per frequenza e gravità. Molte malattie reumatiche hanno rilevante importanza medico-sociale per la loro vasta diffusione e per il loro potenziale di disabilità, basti citare la cardiopatia reumatica, l’artrite reumatoide, le gravi artrosi e l’osteoporosi. Alcune malattie reumatiche dimostrano uno stretto rapporto con i processi infettivi. Nelle artriti infettive le lesioni sono causate direttamente dal germe che ha invaso l’articolazione, nelle malattie post-infettive (come nella febbre reumatica o reumatismo articolare acuto) il microrganismo è responsabile dell’insorgenza della malattia, ma le lesioni dipendono dall’anomala risposta immunitaria dell’ospite.

I reumatismi cronici primari costituiscono il nucleo centrale della Reumatologia in quanto queste malattie e per frequenza e per potenziale invalidante rappresentano la patologia che maggiormente impegna lo specialista reumatologo dal punto di vista clinico. Sono malattie infiammatorie che colpiscono le articolazioni e le strutture periarticolari con andamento spontaneamente cronico e progressivo, spesso deformante e anchilosante. Nell’ambito dei reumatismi cronici primari sono distinguibili due raggruppamenti principali: il “raggruppamento reumatoide” e il “raggruppamento spondiloartritico”. Le forme reumatoidi colpiscono elettivamente le articolazioni degli arti, le forme spondiloartritiche interessano in genere la colonna vertebrale.

Con il termine di "connettiviti sistemiche" si intende un gruppo di malattie, già chiamate "malattie diffuse del collageno" o "collagenosi". Le cinque malattie classicamente considerate “malattie diffuse del collageno” sono l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la polimiosite/dermatomiosite, la sclerodermia o sclerosi sistemica e la poliarterite nodosa. Le connettiviti sistemiche sono tipicamente malattie multifattoriali. Tra i fattori responsabili svolgono un ruolo di volta in volta più o meno importante fattori genetici, fattori ambientali tra i quali molto probabilmente fattori infettivi, fattori endocrini (in particolare gli ormoni sessuali), fattori genericamente definibili "stressanti" sia in senso fisico che psicologico. La malattia insorge per alterazioni del sistema immunitario, che da sistema difensivo nei confronti degli agenti estranei si trasforma in sistema offensivo, attaccando le cellule ed i tessuti dell’organismo stesso mediante auto-anticorpi o particolari cloni di cellule aggressive.

I reumatismi dismetabolici dipendono da turbe metaboliche che condizionano la precipitazione o deposizione di materiale microcristallino nelle articolazioni. Il più noto di questi reumatismi è rappresentato dalla gotta, che è dovuta ad un eccesso di acido urico nel sangue. L’acido urico è una sostanza scarsamente solubile e deriva dal metabolismo delle purine, importanti sostanze che entrano nella composizione degli acidi nucleici, presenti nei nuclei di tutte le cellule dell’organismo.

I reumatismi degenerativi comprendono tutte le forme di artrosi (o osteoartrosi). Nelle forme primarie prevalgono i fattori di natura eredo-costituzionale, nelle forme secondarie fattori di natura meccanica, traumatica, ecc. L’artrosi è la patologia reumatica a maggiore diffusione nella popolazione. Le sue forme più gravi, quali la coxartrosi (artrosi dell’anca) e la gonartrosi (artrosi del ginocchio), sono altamente invalidanti, ma anche le altre forme, quali quelle che interessano la colonna vertebrale, le mani ed i piedi, hanno un elevato impatto sociale in termini di morbilità, disabilità e sofferenza fisica. Sebbene non esista uno stretto legame tra artrosi ed invecchiamento, è evidente che l’allungamento della vita media ha reso più pressante ed onerosa la richiesta sanitaria connessa con i processi degenerativi a carico del sistema muscolo-scheletrico.

I reumatismi extra-articolari o delle parti molli sono rappresentati da numerose affezioni nelle quali le manifestazioni dolorose sono molto appariscenti, mentre la quota infiammatoria è molto variabile. Vengono fatte rientrare in questa categoria molte affezioni a carattere localizzato quali le periartriti, le tendiniti, le borsiti, le entesiti, le sindromi mio-fasciali e la fibromialgia. Sebbene a queste forme sia sempre stata prestata poca attenzione, costituiscono una larghissima parte delle affezioni dolorose comunemente etichettate come "dolori reumatici" e sono responsabili di innumerevoli episodi di disabilità transitoria e di giornate lavorative perse.

Rientrano nell’ambito di competenza della reumatologia anche le malattie metaboliche delle ossa, come l’osteoporosi e l’osteomalacia, in quanto facendo le ossa parte del sistema muscolo-scheletrico, le loro malattie dal punto di vista clinico sono spesso associate o vanno differenziate dalle affezioni delle articolazioni.

Mentre la patologia reumatica di natura degenerativa (reumatismi degenerativi) è appannaggio dell’età matura e degli anziani, la patologia reumatica immuno-mediata (reumatismi infiammatori) esordisce per lo più nei giovani adulti e non infrequentemente negli adolescenti o addirittura nei bambini: tra i più temibili reumatismi infiammatori con possibile decorso cronico e talora invalidante si possono citare il morbo di Still o artrite idiopatica giovanile sistemica, che colpisce in genere i bambini prima dei 10 anni di età; il lupus eritematoso sistemico, che inizia frequentemente in giovani ragazze spesso ancora adolescenti; la spondilite anchilosante, che si rivela spesso nei giovani in età di servizio militare; l’artrite reumatoide, che può manifestare i primi sintomi non raramente in giovani donne dopo un parto o uno stress.