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TRANSLUCENZA NUCALE: DIAGNOSTICARE PATOLOGIE CROMOSOMICHE NEL FETO

Martedì 26 Ottobre 2010

Qualche mese fa su questo blog è stato affrontato il tema della gravidanza e di come monitorare lo stato del feto attraverso esami di diagnostica prenatale, facendo una veloce carrellata dei principali test eseguibili.

Ora, affrontiamo nel dettaglio la translucenza nucale, un esame di diagnostica prenatale non invasivo, eseguito tra la 11^ e la 13^ settimana di gravidanza e utile per determinare il rischio di Sindrome di Down nel feto e di altre eventuali malattie cromosomiche.

L’esame diagnostico prevede la misurazione ecografica dell’accumulo sottocutaneo di fluido dietro il collo del feto. La misurazione dello spessore di questo liquido è in grado di identificare circa il 70%-80% di feti affetti da Trisomia 21, 13 e 18.

Per aumentare la precisione dei risultati forniti dal test, si esegue un prelievo di sangue materno, il cosidetto Bi-Test, attraverso il quale vengono analizzate due sostante ormonali (β – HCG e PAPP-A) prodotte dalla placenta.

Incrociando, mediante software apposito, età della madre, valore della translucenza nucale e valori ormonali, è possibile calcolare una stima personalizzata del rischio di Sindrome di Down.

In base ai risultati ottenuti, i genitori saranno guidati e consigliati dai medici specialisti in merito ad ulteriori accertamenti, nel caso in cui questi risultino necessari.

Translucenza nucale: diagnosticare patologie cromosomiche nel feto