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Allarme obesità: come fare per combatterla
L’obesità rappresenta un problema sanitario di crescente e pressante gravità. La percentuale dei soggetti in sovrappeso è di circa il 35%, mentre la percentuale dei soggetti francamente obesi è di circa il 10%. L’andamento è in preoccupante aumento se si considera che il numero degli obesi da 1994 a oggi è cresciuto del 25%, che ad aumentare non è tanto il numero dei soggetti in sovrappeso quanto quello dei pazienti obesi e che, infine, si registra il record europeo di bambini/adolescenti in sovrappeso 36% ed obesi 10-15%.
L’obesità incrementa, in modo significativo, la morbilità e la mortalità. Per il diabete mellito di tipo II, l’ipercolesterolemia, l’ipertrigliceridemia e l’ipertensione arteriosa; le vasculopatie e le cardiopatie; le pneumopatie; le artropatie; la calcolosi della colecisti; alcune neoplasie, è stato dimostrato uno stretto rapporto con l’obesità. Tranne le neoplastiche, tutte queste migliorano sostanzialmente e spesso guariscono completamente riportando il peso negli ambiti della normalità o anche riducendolo in modo significativo, però in maniera stabile nel tempo. Abbiamo quindi due assolute priorità: la prevenzione e la cura dei casi esistenti.
La prevenzione è basata sulla modificazione dello stile di vita in riferimento alla dieta e all’attività fisica. La prima deve abolire il consumo di alimenti ad alta densità energetica ma di basso valore nutrizionale; la seconda deve essere compatibile con le condizioni cliniche del paziente. L’intervento integrato potenzia l’efficacia delle singole componenti.
La cura, in assenza di farmaci di provata efficacia, è chirurgica con due tipi di intervento: quelli che limitano l’introduzione del cibo e quelli che limitano l’assorbimento dell’energia. Un ruolo a parte svolge il pallone intragastrico: inizialmente usato per indurre un calo ponderale preparatorio all’intervento chirurgico, viene attualmente utilizzato, grazie ai nuovi presidi (Obalon), associato alla modificazione dello stile di vita (regime dietetico ed attività fisica) con buoni risultati.
Dott. Pietro Setti, chirurgia generale endoscopia digestiva
Psiche e cibo
Spesso nelle persone in sovrappeso o con problemi di obesità si evidenzia come progressivamente siano divenute prigioniere di uno stile di vita passivo. Talvolta la pigrizia, le abitudini comportamentali, la fatica ad investire sulla cura del proprio corpo ed i vissuti di inadeguatezza e di svalutazione di sé divengono scomodi compagni di viaggio ed innescano meccanismi psichici fonte di disagio e di sofferenza.
Il trattamento dell’obesità richiede percorsi diagnostici e terapeutici che tengano conto della complessità della patologia, delle numerose complicanze associate e dell’impatto psicosociale della malattia stessa.
Solo un approccio multidisciplinare può facilitare la presa incarico del paziente nella sua specificità ed unicità. I modelli multidisciplinari integrati di intervento vengono considerati dalla comunità scientifica come lo strumento elettivo nel trattamento dei disturbi legati al sovrappeso e all’obesità.
La vera sfida terapeutica è promuovere il cambiamento dello stile di vita, rendere attivo il paziente nella gestione della malattia. Dal punto di vista psicologico è importante aiutare la persona a divenire consapevole del significato che si nasconde dietro ad un non equilibrato rapporto con il cibo.
Rendere protagonista il paziente del suo progetto di cura permette di responsabilizzarlo e farlo sentire parte integrante del percorso portandolo ad ottenere risultati soddisfacenti e stabili.
Il progetto “Obiettivo Peso Ideale” nell’ottica proposta può rappresentare il luogo privilegiato dell’integrazione tra le diverse competenze dello specialista medico, della nutrizionista e della psicologa.
Dott.ssa Micaela Fusi, psicologa – psicoterapeuta
Mangiare si può e si deve
La nostra dieta propone una scelta alimentare semplice, equilibrata, personalizzata, motivata con spiegazioni dettagliate. Questa corretta alimentazione va poi abbinata ad una adeguata attività motoria e mantenuta negli anni a venire, perché solo così si potrà attuare il tanto “sospirato” nuovo e salutare stile di vita.
Si fa sempre riferimento alla dieta di tipo mediterraneo, come caldamente auspicato dall’ultima revisione LARN-ott. 2012.
Dott.ssa Rosamaria Chierici, biologo nutrizionista