A cura del Dott. Maurizio Falzoi, direttore sanitario
La nostra società sta attraversando un’epoca di rapidi mutamenti che coinvolgono la funzione pubblica e i rapporti tra Stato e società. In questa situazione l’attenzione del cittadino si è andata sempre più orientando verso il privato con l’idea che queste strutture siano in grado di garantire, almeno sulla carta, alti livelli di qualità, trasparenza ed efficienza.
Il profondo cambiamento generato dalla crisi economica ha messo, tuttavia, ancor più in evidenza il ruolo preminente ed insostituibile dell’attore pubblico. In pratica nel settore della sanità il rapporto pubblico/privato si articola sul piano della complementarietà dove si evidenzia infatti il ruolo di governo effettivo da parte del soggetto pubblico (“Governance”) che collabora con la struttura privata nell’affrontare alcune sfide complesse. Il modello aziendale pubblico richiama i principio di responsabilità e autonomia sulla base dei quali si fondano i presupposti della collaborazione.
Il quadro generale del rapporto pubblico/privato è in effetti molto complesso. Ci sembra importante, tuttavia, ribadire brevemente solo alcuni punti fondamentali:
- La necessità di individuare chiari obiettivi e non una pianificazione generica;
- L’importanza della definizione di programmi condivisi;
- Il bisogno cogente di impostare un rigoroso sistema di monitoraggio e verifica dei risultati raggiunti non solo in termini di efficienza economica ma anche di qualità e possibilmente di risultati di salute.
L’attuale Servizio Sanitario Nazionale con il sistema di Accreditamento Istituzionale, attraverso il quale anche le strutture sanitarie private entrano a pieno diritto a far parte del sistema pubblico, deve realmente permettere all’utente di rivolgersi liberamente a qualsiasi struttura pubblica o privata che egli ritenga idonea alle sue necessità, purché dotata di determinati requisiti di garanzia in termini di qualità e a parità di condizioni.
Nella nostra regione, e ancor più nella nostra provincia, questo nuovo modello iniziato piano piano negli ultimi anni, ha già cominciato a dare i primi frutti. Pensiamo che la strada intrapresa sia quella giusta ed è nostra ferma intenzione continuare in tal senso. Non dobbiamo dimenticare infatti che il fondamentale principio ispiratore del nostro sistema sanitario è quello della centralità del cittadino. Infatti solo con il superamento di ormai anacronistici preconcetti e con l’ingresso in una nuova logica del terzo millennio si potrà arrivare alla piena compatibilità tra il diritto fondamentale alla salute e le risorse disponibili nell’ottica di garantire e tutelare il cittadino nel suo bene unico e inderogabile.
Editoriale estratto da Polinews 11 – marzo 2012