Articolo a cura di Rosamaria Chierici
La prima colazione deve fornire all’organismo la necessaria quantità di nutrienti per affrontare la giornata e l’attività lavorativa; se questa è insufficiente (solo un caffè o solo un succo di frutta) si avvertirà presto senso di fatica e stress, erroneamente tamponanti con un altro caffè o una “merendina”.
Da tempo ormai è scientificamente accertata l’importanza della prima colazione, qualitativamente e quantitativamente corretta, per il mantenimento del benessere psicofisico. Se a base di cereali integrali (a basso indice glicemico) e frutta aiuta a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, diabete mellito, dislipidemie, sovrappeso e obesità.
Gli adolescenti che saltano spesso la prima colazione diventeranno più facilmente adulti obesi. Sia nei ragazzi che negli adulti il giusto equilibrio prevede un mix di alimenti diversi, combinati in maniera adeguata per fornire all’organismo la giusta quantità di macronutrienti (carboidrati, proteine, grassi) e di micronutrienti (sali minerali, vitamine e acqua); con fonti energetiche di rapido utilizzo (miele, marmellata, cioccolata) e altre a dismissione più lenta (pane, biscotti) controllando così il senso di sazietà fino al pranzo e per tutta la giornata.
Il primo pasto dovrebbe fornire, infatti, circa il 20% del fabbisogno calorico giornaliero permettendo all’organismo di arrivare a quello successivo senza troppa fame. Il pranzo potrà essere meno abbondante, diminuendo l’impegno digestivo e migliorando il rendimento pomeridiano.
La cena, invece, dovrebbe essere parca: il lavoro è finito, l’organismo deve riposare e l’apparato digerente non dovrebbe essere sottoposto a sforzo, a vantaggio anche del sistema circolatorio e nervoso.
Un atteggiamento ben riassunto da una massima orientale: “a colazione mangia ciò che vuoi, a pranzo dividi il pasto col tuo amico, a cena lascia il pasto al tuo nemico”.
Estratto da “Il Magazine del Poliambulatorio Dalla Rosa Prati” Giugno 2015