L’Herpes Zoster, comunemente conosciuto con il nome di Fuoco di Sant’Antonio, è un’infezione che interessa i nervi e la pelle, causato da un ceppo virale appartenente alla famiglia degli herpes virus, responsabile tra l’altro della varicella infantile.
Le cause
Come detto in precedenza, il Fuoco di Sant’Antonio è una patologia che trova le sue origini nella varicella. Questa malattia infettiva, generalmente contratta in età infantile, viene combattuta dal sistema immunitario, che produce anticorpi specifici per questo virus. Tali anticorpi entrano poi a far parte del sistema immunitario del soggetto, evitando infezioni future.
In realtà dopo la guarigione da questa malattia, l’organismo umano non riesce a sconfiggere completamente l’herpes zoster, che rimane inattivo nei gangli nervosi spinali fino a che non entrano in gioco determinati fattori che possono determinarne il risveglio:
- Esposizione intensiva ai raggi solari
- Indebolimento del sistema immunitario (età, malattie, utilizzo prolungato di farmaci immunosoppressori)
- Stress psicofisico severo
I sintomi
Il primo sintomo che preannuncia il Fuoco di Sant’Antonio è il dolore neuropatico, avvertito come una puntura, un dolore intermittente nell’area innervata da un nervo sensitivo. Dopo 24/48 ore, inizia la comparsa di numerose bollicine localizzate nell’area toracica, o comunque lungo il decorso del ramo nervoso in cui gli herpes zoster si erano rifugiati.
L’eruzione, spesso molto dolorosa, può essere accompagnata da febbre, malessere diffuso, brividi, mal di testa e mal di stomaco.
Qualche giorno dopo la comparsa delle vesciche, si assiste alla loro rottura che coincide con il picco di contagiosità della malattia.
Le cure
Solitamente, il virus è combattuto con l’utilizzo di farmaci antivirali, che inibiscono la replicazione del virus varicella-zoster riducono gravità e durata del Fuoco di Sant’Antonio con minimi effetti collaterali, anche se non impediscono efficacemente il verificarsi della nevralgia posterpetica.