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ERNIA DEL DISCO E CHIROPRATICA

Giovedì 26 Marzo 2015

A cura di Kristian BAekkel, chiropratico

 

È considerato il male del secolo secondo i dati forniti dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): l’85% della popolazione mondiale soffre o ha sofferto almeno una volta nella vita di mal di schiena. Doloroso e invalidante. Tra le varie cause: l’ernia del disco.

 

L’ernia del disco, detta anche ernia discale, è un disturbo mediamente frequente nella popolazione. Si tratta di una problematica che affligge la colonna vertebrale, in particolare nella zona lombare, e che può generare dolori anche particolarmente invalidanti. Per cosa si caratterizza la patologia, quali sono i sintomi e quale la cura?

Naturalmente, ogni condizione che affligge la schiena dovrà essere vagliata da uno specialista, per evitare conseguenze anche gravi dovute alla sottovalutazione del rischio, Per questo motivo, prima di cercare sollievo casalingo, è meglio sempre affidarsi alle cure di personale esperto.

In termini tecnici, l’ernia discale definisce una condizione di fuoriuscita dalla sua sede del materiale polposo dei dischi intervertebrali, tale da entrare in contatto con le strutture nervose del canale spinale della colonna. I dischi vertebrali sono normalmente dotati di una struttura fibrosa di contenimento, detta anulus. Quando le capacità di questo anello vengono meno, sia per un trauma violento che per la natura della degenerazione, il materiale contenuto si espande in modo immotivato, premendo sui nervi e generando forte dolore.
L’ernia che si viene a formare può coinvolgere qualsiasi area della colonna vertebrale – la cervicale, il rachide, il dorso o il tratto lombo-sacrale – ma è normalmente la zona lombare a essere maggiormente colpita. Oltre ai fattori di rischio determinati dai traumi o da una degenerazione in corso, l’età sembrerebbe giocare un fattore fondamentale nella manifestazione del disturbo. Il nucleo polposo, infatti, tende a indurirsi con gli anni riducendo così la probabilità di ernia. Per questo motivo, non è raro che la patologia si manifesti tra i 30 e i 40 anni, quando tale nucleo è ancora gelatinoso, per poi diminuire nei decenni successivi. Inoltre, sebbene le ragioni non siano ancora ben definite, l’ernia del disco coinvolge maggiormente gli uomini rispetto alle donne.

Non tutte le ernie però sono uguali, poiché gli effetti dipenderanno anche dal grado di fuoriuscita del nucleo dalla sua sede:

  • Ernia contenuta: la fuoriuscita è solo a livello del canale vertebrale.
  • Ernia protusa: il nucleo arriva a toccare le fibre dell’anulus, ma rimane comunque per gran parte al centro del disco di appartenenza.
  • Ernia espulsa: il nucleo polposo fuoriesce nel canale vertebrale per la completa rottura dell’anello di contenzione.

L’Associazione Medica Americana nella pubblicazione “Journal of the American Medical Association” ha indicato la terapia chiropratica come primo step per risolvere il problema piuttosto che ricorrere subito all’intervento chirurgico, da considerare invece in casi estremi, quando nessuno dei trattamenti conservativi ha successo.

Molte ricerche scientifiche in questo campo hanno dimostrato l’efficacia della chiropratica nell’affrontare l’ernia del disco, i dolori e i problemi funzionali a esso associati. La chiropratica considera, infatti, il problema nei suoi aspetti complessivi e mira a correggere le varie concause. Non basta improntare il trattamento solamente sul dolore, né trattare il disco o le sole vertebre contigue. È necessario capire invece perché si è arrivati  a questo punto, analizzando lo stile di vita, le condizioni fisiche, lo stress, per aiutare il paziente a modificare e correggere tutti quegli elementi che concorrono all’insorgere del problema.

Prima di iniziare il trattamento, durante la prima seduta, lo specialista raccoglie la storia clinica del paziente, valuta l’eventuale necessità di esami radiologici (TAC o risonanza magnetica), analizza la postura, si effettua una palpazione statica e dinamica, per poi fare una serie di test muscolari specifici per capire se i nervi irritati riescono ancora a condurre impulsi al muscolo coinvolto.

Se dopo questa visita accurata si conclude che il paziente può ottenere beneficio dalla chiropratica, si procedere con i trattamenti che consistono in tecniche manuali altamente specifiche: a volte sono trattamenti manuali (detti anche aggiustamenti), altre sono correzioni passive. Lo scopo di questi trattamenti è di ripristinare un equilibrio funzionale del paziente, non si attuano nelle zone del disturbo, ma su tutto il corpo, così da creare un equilibrio armonico. All’interno di una ricerca pubblicata nel “Journal of manipulative and physiological therapeutics” è stato dimostrato come su 148 pazienti con ernia del disco, sia acuta che cronica, circa il 90% ha riscontrato effettivi miglioramenti proprio grazie alla chiropratica. I migliori risultati tuttavia si sono ottenuti trattando ernie acute, a dimostrazione che l’intervento tempestivo è fondamentale per una miglior salute della propria schiena.

 

Estratto da “Il Magazine del Poliambulatorio Dalla Rosa Prati” Marzo 2015

3 DIAGNOSI E TRATTAMENTO IN FISIOTERAPIA

Dopo la visita, il medico fisiatra potrà richiedere ulteriori indagini di tipo:

  • ortopedico,
  • reumatologico,
  • neurologico,
  • neurochirurgico

tramite un consulto con colleghi o attraverso strumenti diagnostici quali

  • radiografia,
  • tomografia computerizzata,
  • risonanza magnetica,
  • ecografia.

Ottenuta la diagnosi, potrà stabilire un progetto riabilitativo farmacologico o fisioterapico.

Le branche di specializzazione presso il Poliambulatorio della Rosa Prati sono, oltre le visite fisiatriche di routine,

  • le manipolazioni vertebrali e del bacino,
  • la mesoterapia a scopo antalgico con antinfiammatori FANS – si tratta di un tipo di terapia del dolore praticata attraverso iniezioni multiple praticate localmente mediante una piastra dotata di piccolissimi aghi –,
  • le infiltrazioni intrarticolari di cortisone,
  • le visite di medicina biologica tramite omotossicologia omeopatica – discipline alternativebasate sullo studio di fattori tossici per l’uomo (omotossine) identificati come cause di diverse malattie –,
  • l’omeomesoterapia – iniezioni sottocute o per via intradermica di piccole quantità di farmaci. I sottilissimi aghi permettono di raggiungere sia i punti corrispondenti all’organo sede del processo patologico, sia quelli dell’agopuntura favorendo un rilascio nel tempo del farmaco nella specifica area –
  • l’agopuntura.
Ernia del disco e chiropratica