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DALLA PARTE DI LEI: COSA FARE

Martedì 17 Novembre 2015

Articolo a cura di Stefano Mazzacurati, psichiatra e psicoterapeuta

Per scongiurare tentativi di stupro o minacce e gli attacchi diretti, occorre evitare il più possibile i luoghi isolati e i momenti o le situazioni di scarsa visibilità. Evitare passaggi in tunnel o corridoi oscuri e solitari, preferire percorsi magari più lunghi ma con presenza di più persone.
Evitare un abbigliamento “vittimogeno”: collane, orecchini ad anello, spille, sciarpe, foulard, acconciature a coda di cavallo che favoriscano la presa e il legame, un vestito facile da togliere e che renda difficile il movimento e la fuga. Utile un abbigliamento comodo, scarpe senza tacco e pantaloni.

Meglio essere lucidi, senza lasciarsi distrarre da cellulare o ipod nei momenti a maggior rischio. Sul cellulare, piuttosto, andrebbe sempre organizzato un tasto rapido a pronta comunicazione con il 118, con la polizia o con centri di aiuto.
Una piccola torcia è utile quando è buio e se si viaggia in automobile, meglio chiudere le portiere con la sicura. Anche l’atteggiamento del corpo può essere d’aiuto: per scoraggiare il potenziale aggressore, meglio non camminare ricurve ma dritte e decise, con in mano un ombrello o un altro oggetto che possa dissuadere il contatto.
Utile tenere in mano una bomboletta spray con una sostanza deterrente legalmente utilizzabile, una piccola sirena/allarme all’interno di un ciondolo o di un portachiavi.

In caso di incontri sospetti, cercare di non provocare i molestatori ma ignorarli e allontanarsi. Se invece si è in pubblico, è utile gridare frasi tipo “Metta giù le mani! Mi sta molestando”. Se la tempistica è adatta a un rapido approccio psicologico, provare a guadagnare tempo con un atteggiamento calmo, fermo e deciso.

Nel caso che la violenza sia in atto, cercare di colpire è utile per poter scappare. Cercare di colpire i genitali, gli occhi e il collo. Se non ci si riesce, non supplicare o pregare pietà: i violentatori sono attratti da personalità insicure da sottomettere. In questo caso è sicuramente meglio urlare. Sarebbe, di certo, utile avere pratica di tecniche di difesa, tipo judo o karate, e che i competenti Ministeri della scuola e sanità istruissero gli alunni con specifici corsi.

Se si frequentano discoteche, occorre sempre procurarsi da sé le eventuali bevande o cibi al bar e non lasciarsi incustoditi se ci si allontana. Esistono infatti sostanze che, opportunamente sciolte o cosparse, procurano una sensazione di benessere e rilassatezza, che rendono facili approcci altrimenti non desiderati e amnesia successiva, in modo da cancellare il ricordo dell’evento.

Se si è subita una violenza, è assolutamente necessario chiamare il 133 o il 118 per chiedere soccorso. Meglio con ambulanza. Occorre tenere conto anche dei vari numeri dei Centri Antiviolenza. Se non ci si sente di rivolgersi subito alle istituzioni ufficiali, il consiglio è di farsi accompagnare da una persona fidata al pronto soccorso. Non lavarsi prima della visita, salvo situazioni eccezionali di alto rischio e cercare di ricordare e raccogliere quante più prove possibili dell’evento. Comunque, conservare gli indumenti senza lavarli.

Estratto da “Il Magazine del Poliambulatorio Dalla Rosa Prati” Settembre 2015

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