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CONSIDERAZIONI SULLE MALATTIE REUMATICHE

Lunedì 13 Febbraio 2012

A cura del Dott. Gianni Buticchi, specialista in medicina interna e reumatologia

 

Nella maggior parte dei casi, il sintomo che spinge il paziente a consultare il reumatologo è rappresentato dal dolore articolare o muscolare. Si può’ presentare in modo acuto o più’ spesso appare da tempo.
Il paziente affetto da dolore articolare cronico appare spesso sfiduciato, con tendenza alla depressione e richiede al medico un rimedio pronto ed efficace. Riferisce che sono state effettuate varie indagini umorali, strumentali, sono state effettuate varie terapie fisiche e sono stati contattati vari specialisti senza ottenere risultati sperati. Queste condizioni creano un’attesa carica di speranza verso il reumatologo che, pertanto, si sente caricato di una responsabilità’ non solo professionale ma anche psicologica per cercare di portare sollievo al paziente.

Se il sintomo dolore rappresenta la richiesta di visita reumatologica, in realtà si deve considerare che le malattie reumatiche rappresentano un gruppo numeroso di affezioni  mediche (oltre un centinaio) che interessano l’apparato osteoarticolare ed i tessuti connettivi. Sono malattie  a grande diffusione per il loro carattere sociale ma esiste ancora una notevole confusione sia nel campo diagnostico sia in quello della programmazione terapeutica. È necessario, pertanto, effettuare una corretta classificazione delle malattie reumatiche al fine di stabilire una corretta condotta terapeutica.

A tale scopo si possono distinguere le malattie degenerative croniche che comprendono l’artrosi primaria e secondaria a varia localizzazione e i reumatismi extrarticolari quali le sindromi periartritiche e le varie sindromi neurologiche e neurovascolari.
Da considerare, infine, il nutrito gruppo dei reumatismi infiammatori cronici che rappresentano una sfida per il medico ed il paziente sia dal punto di vista terapeutico che diagnostico. È appena il caso di citare l’artrite reumatoide dell’adulto ed i reumatismi cronici dell’infanzia, le spondiloartriti sieronegative (spondilite anchilosante, morbo di Reiter, artrite psoriasica, artrite associata a malattie infiammatorie croniche dell’intestino).
Queste forme richiedono spesso l’utilizzo di farmaci impegnativi quali steroidi, immunosoppressori o nuovi farmaci biologici frutto di ingegneria molecolare che hanno la possibilità di agire su determinati mediatori biologici della flogosi. Sono farmaci selettivi e possono definirsi, pertanto, “intelligenti”. 
Questi nuovi farmaci hanno rappresentato per la reumatologia un vero e proprio balzo in avanti potendo interferire in modo significativo con la naturale evoluzione della malattia ed hanno caratterizzato la moderna reumatologia come una disciplina giovane ed all’avanguardia.

Infine, esistono  le artriti in corso di malattie infettive, le artriti reattive, le artriti da deposizione nei tessuti articolari di microcristalli (ad es., gotta o pseudogotta) e le artropatie da deposito.
Per completare il quadro clinico, esistono manifestazioni reumatiche in corso di altre malattie che interessano l’apparato respiratorio, la cute e le mucose, il sistema emolinfatico, l’apparato digerente, l’apparato cardiocircolatorio, l’apparato urinario, l’apparato endocrino, le malattie metaboliche e le malattie nervose e mentali.

Queste considerazioni consentono di considerare la reumatologia una branca importante della medicina interna e pertanto il paziente reumatologico deve sempre essere studiato nella sua generalità e richiede una visita completa.
Infine, non si deve mai trascurare di ascoltare il paziente nella descrizione della sintomatologia evitando di assecondare diagnosi “di comodo o già  preconfezionate” e dare corpo al “si dice” ed alla varie affermazioni popolari.

Considerazioni sulle malattie reumatiche