A cura del Dott. Leone Arsenio, dietologo
Nella mia esperienza l’avvicinarsi delle festività natalizie suscita reazioni contrastanti nei parmigiani.
Alcuni sono ansiosi e contano i giorni che mancano: sono soprattutto i bambini e i ragazzi che aspettano la sosta natalizia per assentarsi dalle scuole, partecipare a feste in famiglia, fra amici e magari andare a sciare.
Altri sono meno contenti perché prevedono di annoiarsi a causa di un obbligo non scritto, ma ferreo, di partecipare a cenoni e pranzi in cui tutti gli altri si abbuffano e loro sono in dieta. Certo si è a dieta per tanti motivi: diabete, colesterolo, ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, gotta, epatopatie, problemi digestivi, ecc., ma certamente la causa più diffusa è il sovrappeso. Anche perché chi ha questo problema non riesce a capacitarsi perché gli altri mangino senza subire gravi conseguenze e sospettano qualche trucco o imprecano contro l’ingiustizia.
A questo si aggiunga che il costo dei cenoni è molto spesso elevato, perfino troppo rispetto al piacere della tavola. Certo basterebbe fare delle rinunce a tavola e, come si diceva una volta, mangiare “di magro”, ma neanche a farlo apposta proprio i piatti favoriti e desiderati sono vietatissimi.
Per tutti questi motivi presento all’attenzione del lettore due menu possibili, lasciando da parte gli alcolici, dando a ciascuno la libertà di scelta.
Il primo menu è composto da:
- un antipasto a base di polenta fritta, involtini di verza e giardiniera
- due primi (mezza porzione), tortelli d’erbetta e risotto con la zucca
- due secondi (mezza porzione) anguilla con piselli e trota salmonata al naturale con contorno di carote
- pane
- una fetta di panettone tradizionale.
Il secondo menu:
- un antipasto misto a base di polenta fritta, prosciutto crudo, salame, coppa e parmigiano-reggiano
- anolini in brodo
- secondi (mezza porzione) faraona arrosto e lombo arrosto di maiale con contorno di patate e cipolle al rosmarino
- pane
- una fetta di panettone tradizionale.
L’elaborazione arrotondata permette di evidenziare che l’apporto calorico non è molto differente (il primo 2300 kcal circa contro 2400 kcal circa del secondo); la composizione, invece, è notevolmente diversa perché nel primo le proteine sono 88 g (15%), i grassi 95 g (36%), i carboidrati 283 g (49%) e il colesterolo 203 mg, mentre nel secondo le proteine 133 g (22%), i grassi 104 g (39%), i carboidrati 204 g (34%) e il colesterolo 495 mg. Certo si tratta di un unico pasto, spesso condizionato dalla tradizione, e qualcuno potrebbe anche dire che il primo menu può essere indicato per il cenone della Vigilia e l’altro per il Capodanno ed, infine, è anche vero che si ingrassa tra Capodanno e Natale e non tra Natale e Capodanno.
A ciascuno di voi la scelta, ricordando che il cibo rappresenta anche un’importantissima fonte di piacere. Il nostro comportamento alimentare è condizionato abitualmente da scelte impulsive, non razionali, legate a riflessi automatici a livello del cervello, che Freud chiamava “rettiliano”, guidate dal piacere e da impulsi emotivi, mentre una dieta presuppone una scelta razionale e ponderata dei cibi.
Del resto, il periodo natalizio è rischioso soprattutto per il susseguirsi di pranzi e cene e per il permanere di una quantità spesso eccessiva di “avanzi”, che perseguitano nei giorni successivi i componenti del nucleo familiare.
Un comportamento responsabile presuppone di calcolare al meglio le quantità di cibo preparato e di conservare, eventualmente surgelando, i piatti non consumati. Questo anche per evitare che gli sprechi alimentari rappresentino uno schiaffo in faccia alle popolazioni affamate nel mondo. Sempre nel ricordo di quanto ha detto Brillat-Savarin, quasi due secoli fa: l’animale si nutre, l’uomo mangia, solo l’uomo intelligente sa mangiare.