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QUEL VELO SUGLI OCCHI

Mercoledì 7 Gennaio 2015

A cura di Rosachiara Leaci, oculista

 

La cataratta è la progressiva opacizzazione del cristallino, una lente situata all’interno del nostro occhio appena dietro all’iride. È la principale causa di cecità “trattabile” nel mondo. La forma più comune, quella senile, colpisce soprattutto le persone sopra i 60 anni. Ecco come intervenire.

 

La cataratta si sviluppa in modo lento e progressivo e talvolta i sintomi sono difficilmente evidenziati dal paziente; quelli più frequenti sono la riduzione dell’acuità visiva, la sensazione di abbagliamento, la percezione di aloni luminosi intorno alle luci, difficoltà nel distinguere i colori, difficoltà durante la guida notturna e affaticamento durante la lettura.

Oltre alla familiarità e alla predisposizione genetica, la principale causa è l’età. Fumo, alcool, esposizione ai raggi ultravioletti, patologie sistemiche come il diabete e l’assunzione cronica di farmaci (cortisonici e terapie antitumorali) possono giocare un ruolo importante nello sviluppo e nella progressione. Altre cause secondarie di cataratta possono essere traumi diretti del bulbo oculare o interventi chirurgici all’occhio per trattamento del glaucoma e del distacco della retina.

Come dimostrato da molti studi epidemiologici, un importante meccanismo nello sviluppo di cataratta è dato dallo stress ossidativo, che ne ritarda l’insorgenza e ne rallenta la progressione: uno stile di vita sano (smettere di fumare, assumere sostanze antiossidanti come Vitamina C ed E e proteggersi, mediante l’utilizzo di lenti solari, dall’esposizione ai raggi ultravioletti) può di certo essere un valido aiuto.

Nella maggior parte dei casi la diagnosi di cataratta avviene in modo casuale sottoponendosi ad una visita oculistica per il rinnovo delle lenti. Meglio però dai 60 anni in poi fare check oculistici annuali, in quanto una diagnosi precoce rallenta il progredire della malattia e facilita il trattamento, evitando che la cataratta diventi più opaca e dura.

Non vi sono al momento terapie mediche o farmacologiche efficaci, l’unica terapia definitiva è quella chirurgica mediante una tecnica chiamata “Facoemulsificazione ad ultrasuoni” che prevede l’utilizzo di una piccola sonda inserita nell’occhio. La sonda vibrando a frequenze ultrasoniche, polverizza le fibre del cristallino permettendone la completa aspirazione e la sua sostituzione con una lente artificiale permanente. Si tratta di un intervento delicato e tecnologicamente molto avanzato, eseguito ambulatorialmente e in anestesia locale che permette al paziente di rientrare a casa il giorno stesso. Subito dopo l’intervento è normale sentire una sorta di prurito, una lieve pesantezza delle palpebre e talvolta un leggero dolore. Sensazioni che scompaiono dopo un paio di giorni, mentre per la guarigione completa si deve attendere un mese. L’iter prevede controlli post-operatori in cui il paziente deve instillare uno o più gocce, di solito antinfiammatori e antibiotici per un paio di settimane. Il recupero visivo è rapido e progressivo nei giorni successivi.

 

Estratto da “Il Magazine del Poliambulatorio Dalla Rosa Prati” Dicembre 2014

Quel velo sugli occhi