La vitamina D fu scoperta nel 1919 dallo studioso Huldschinsky dopo aver notato che i bambini affetti da rachitismo guarivano, se esposti alla luce ultravioletta.
Da allora associamo questo gruppo vitaminico (D1, D2, D3, D4, E D5) al sole ed ai suoi effetti benefici soprattutto su ossa e muscoli.
Come si produce la Vitamina D?
La vitamina D non si produce solamente attraverso l’esposizione solare ma anche per mezzo di una dieta che prevede l’assunzione di pesce (es: olio di fegato di merluzzo, aringa, salmone, sardina), latticini e derivati, rosso d’uovo e fegato.
Ecco perché in ambito alimentare, le persone più a rischio sono quelle che seguono una dieta vegana escludendo tutti gli alimenti di origine animale, latticini e uova.
I 10 alimenti più ricchi di vitamina D
- Olio di fegato di merluzzo
- Sgombro
- Anguilla
- Trota
- Salmone affumicato
- Pesce spada
- Sgombro o maccarello
- Storione, affumicato
- Uova di pesce
- Uovo
Rischi da carenza vitamina D
Le conseguenze più note di una carenza di vitamina D sono:
- Patologie Ossee: nei bambini, una delle conseguenze più gravi e note del deficit di vitamina D è rappresentata dal rachitismo. Ecco perché è molto importante che le donne, durante la gravidanza e l’allattamento, presentino livelli adeguati di vitamina D.
Negli adulti, questa carenza può portare alla deformazione ossea, inarcamenti anomali degli arti inferiori e della colonna vertebrale. - Malattie Autoimmuni: Alcuni esempi possono essere: artrite reumatoide, Lupus eritematoso sistemico, diabete di tipo 1 e sclerosi multipla.
- Patologie cognitive: Vi è una correlazione tra la carenza di vitamina D e il rischio di ammalarsi di Alzheimer. Particolarmente soggette sono le popolazioni che vivono in aree poco soleggiate.
- Patologie cardiache: Un deficit di vitamina D peggiorerebbe; esiti e conseguenze dei problemi cardiaci, in particolare dell’infarto.
Gli esperti hanno scoperto che l’80% dei pazienti analizzati in seguito a infarto mostravano un deficit parziale o totale di vitamina D. - Depressione: Nei paesi nordici dove l’esposizione al sole è scarsa per diversi mesi durante l’anno, sono stati rilevati numerosi casi di depressione, alcuni particolarmente gravi e legati al rischio di suicidio.
Si ipotizza che simili condizioni possano essere legate anche ad una carenza di vitamina D e alla sua funzione di stimolo per la produzione della serotonina, l’ormone della felicità.