Articolo a cura del Dott. Giovanni Cavagni, allergologo pediatra
CHE COSA SONO I POLLINI?
I pollini sono i granuli che, trasportati dal vento, permettono la riproduzione della pianta.
Di questi, soltanto i pollini più piccoli, quelli invisibili ad occhio nudo, provocano in soggetti predisposti la reazione allergica.
QUANDO SONO PRESENTI NELL’ARIA I POLLINI?
Nel periodo dell’impollinazione i granuli si concentrano nell’aria e determinano i più comuni disturbi allergologici, quali congiuntivite, raffreddore, sibili respiratori e asma.
Ogni pianta ha un periodo di impollinazione specifico, determinato dal clima e dalla regione in cui si trova.
Per maggiori informazioni, è possibile consultare online il bollettino pollinico italiano.
QUANDO SONO PIÙ FASTIDIOSI?
Solitamente i soggetti allergici accusano maggiori disturbi nelle giornate calde e ventose; la pioggia invece appesantisce i granuli pollinici che si depositano al suolo migliorando i disturbi respiratori.
CHE COS’È LA SINDROME ORALE ALLERGICA (SOA)?
La Sindrome Orale Allergica si manifesta tramite la comparsa di prurito e gonfiore di labbra, lingua, gola e palato quando un soggetto allergico mangia frutti come mele, pesche o meloni e verdura come pomodori, carote, cicoria, sedano e finocchio.
Si tratta di un’allergia crociata, ovvero un disturbo per cui si verifica una reattività incrociata tra pollini di alcune famiglie e vari alimenti vegetali.
La principale responsabile di questa reazione allergica è la profilina, una proteina allergenica (da considerare come un panallergene) che si può ritrovare in numerosi vegetali, creando una sorta di somiglianza tra polline inalato e frutta e/o verdura mangiata.
COME SI ESEGUE LA DIAGNOSI?
La diagnosi della pollinosi si basa prevalentemente su:
- La storia clinica dei disturbi accusati dal soggetto, come per esempio occhi rossi, starnuti con prurito al naso, tosse o difficoltà a respirare
- I risultati delle indagini specifiche per confermare il sospetto clinico. Sono sufficienti i test cutanei diagnostici eseguiti sulla cute del braccio (il cosiddetto prick test), ma si può ricorrere anche ad esami del sangue per confermare la diagnosi di allergia respiratoria (dosaggio delle IgE specifiche).
Oggi, grazie alla biologia molecolare e alle nanotecnologie, si possono dosare le IgE specifiche per le singole molecole allergeniche (il test ISAC, metodo con cui si dosano 103 molecole con un solo prelievo di sangue) molto utile per scoprire le allergie da reazione crociate o per personalizzare il vaccino antiallergico per lo specifico polline.
COSA SI PUÒ FARE PER COMBATTERE LE ALLERGIE?
Quando si è in casa…
- Mantenere chiuse le finestre della camera nei periodi di massima presenza di pollini nell’aria (la mattina dalle 5 alle 10 e nelle giornate ventose)
- Utilizzare, ove possibile, condizionatori con filtri antipolline
- Utilizzare, ove possibile, zanzariere a maglia molto stretta, in commercio, che impedisce il passaggio dell’80% dei pollini allergizzanti, consentendo così di tenere le finestre aperte
Quando si è fuori casa…
- Indossare occhiali da sole aderenti alla faccia e considerare la possibilità di indossare una mascherina a copertura del naso quando si va in bicicletta o in motorino
- In auto: tenere chiusi i finestrini ed utilizzare condizionatori con filtro anti-polline
- Senza protezione medicamentosa è bene:
- Evitare prati e zone in cui si stia tagliando l’erba
- Limitare le gite in campagna nel periodo dell’impollinazione
- Nel periodo dell’impollinazione, per le vacanze sono preferibili località dove i pollini non arrivano, marine o di alta montagna, oltre i 1500 metri
QUALE TERAPIA È PIÙ INDICATA?
La terapia più comune per la pollinosi è costituita da antistaminici per bocca e corticosteroidi locali (oculari, nasali o inalati per bocca), su indicazione dello specialista allergologo o del medico di famiglia.
La prevenzione ambientale consigliata è di difficile applicazione per cui può essere indicato ricorrere alla immunoterapia specifica desensibilizzante (i cosiddetti “vaccini antiallergici”) che consiste nella inoculazione sottocutanea di dosi crescenti dell’estratto allergenico del polline a cui il soggetto è reattivo.
Più recentemente è stata adottata come immunoterapia specifica la somministrazione per bocca con singole molecole allergeniche, procedura molto più gradita specie dai bambini, anche se richiede una continuità giornaliera della sua somministrazione.