ATTIVITÀ

Chirurgia dell'Anca

OPERAZIONE ALL’ANCA

 

ARTROSCOPIA: MENO DOLORE, RISPARMIO OSSEO E PRESERVAZIONE DEL COLLO FEMORALE

L’équipe di Ortopedia e Traumatologia della Clinica San Francesco esegue diverse tipologie di operazioni chirurgiche per protesi d’anca utili per curare le patologie più invalidanti di questa articolazione. Oggi, prima di ricorrere alla sostituzione dell’articolazione, è possibile eseguire interventi in artroscopia all’anca, una tecnica molto diffusa per le altre articolazioni, ma assai meno per quanto riguarda le anche.

Questo tipo di intervento sta dando ottimi risultati nella cura di patologie selezionate e i chirurghi della Clinica hanno accumulato un’ampia casistica che ha permesso di verificarne l’efficacia.

 

Artroscopia d’anca

L’artroscopia, tecnica chirurgica che si è notevolmente sviluppata nel corso degli ultimi anni, permette di effettuare un’operazione di protesi all’anca con ottimi risultati e senza interventi particolarmente intrusivi. Si tratta di una metodica che consente di valutare e trattare patologie intra ed extra articolari, avvalendosi di una telecamera e di strumenti mini-invasivi, introdotti attraverso incisioni di 5 mm di lunghezza. Questo comporta evidenti vantaggi per il paziente:

  • perdita di sangue contenuta
  • maggiore rispetto dei tessuti
  • meno dolore per il paziente
  • tempi di ricovero più limitati

Presso la Clinica San Francesco, uno dei centri di eccellenza per interventi e protesi all’anca, esistono competenze chirurgiche e tecnologie che consentono di eseguire tale metodica ai massimi livelli sia su sportivi (frequentemente colpiti da questa patologia), sia su pazienti affetti da forme iniziali di usura delle anche.

Il Conflitto Femoro-Acetabolare (FAI) rappresenta l’indicazione più frequente per un’operazione all’anca in artroscopia. Si tratta di anomalie morfologiche a carico del collo femorale e/o dell’acetabolo che, se non trattate, provocano un danno alla cartilagine articolare, sfociando inevitabilmente nell’artrosi d’anca.         
Il FAI, nelle sue manifestazioni iniziali, si osserva soprattutto in soggetti giovani (20-45 anni) di entrambi i sessi. È stato dimostrato che l’attività fisica intensa può predisporre al FAI, ma anche patologie dell’infanzia possono favorire l’insorgenza del conflitto.         
I sintomi sono caratterizzati da dolore, tipicamente in sede inguinale, ma talvolta irradiato in regione glutea o laterale, provocato da manovre di flessione e intra-rotazione dell’anca.

Grazie alla tecnica artroscopica è possibile eliminare il conflitto e trattare con la riparazione o la ricostruzione, lesioni di una fibrocartilagine detta labbro acetabolare (simile ad una guarnizione), struttura fondamentale per l’integrità dell’articolazione dell’anca.

L’artroscopia può essere utilizzata anche per asportare corpi mobili intra-articolari, come conseguenza di lussazione d’anca o di malattie come la condromatosi, per valutare e trattare il dolore persistente dopo l’impianto di una protesi d’anca o per eseguire la detensione di alcune strutture tendinee infiammate e dolenti (come il tendine dell’ileo-psoas o del tensore della fascia lata ) nell’anca a scatto interna o esterna.         
Infine, in artroscopia, si possono trattare patologie legate all’instabilità delle anche e ricostruire il legamento rotondo nei casi in cui quest’ultimo subisca una rottura provocata da un singolo o multipli traumi.

In associazione o meno alla metodica artroscopica viene utilizzata la “core decompression” nel trattamento dell’osteonecrosi della testa femorale dell’anca; si tratta di svuotare per via percutanea sotto controllo radiologico, ed eventualmente artroscopico articolare, la zona di necrosi ossea (sofferenza circolatoria della testa femorale) creando i presupposti per una rigenerazione tissutale al fine di prevenirne il collasso strutturale. L’indicazione a questa tecnica è riservata solo ai casi iniziali di patologia.  

 

Chirurgia con artroprotesi d’anca

La nostra équipe di Chirurgia dell’Anca effettua interventi di artroprotesi per curare i casi di artrosi più gravi che portano a una riduzione importante della mobilità articolare e nelle fratture del collo del femore dell’anziano. Presso la Clinica San Francesco si applicano protesi d’anca di diversa tipologia (materiale costruttivo, disegno, accoppiamenti nelle superfici di scorrimento) e filosofia (risparmio osseo con preservazione del collo femorale e di rivestimento), utilizzando la metodica tradizionale, la navigazione (utilizzando un sistema che permette di avere maggiore precisione nell’applicazione di un impianto applicato con la tecnica tradizionale) e la robotica (utilizzando il sistema Mako Rio)

Vengono utilizzate protesi di diversa morfologia (rette, anatomiche, a conservazione del collo, di rivestimento), prevalentemente non cementate, di diverso materiale (leghe di metalli, titanio, idrossiapatite, ecc) e con superfici di scorrimento completamente in ceramica, miste in polietilene e ceramica/metallo a seconda dello specifico caso clinico.         
La filosofia seguita è quella di utilizzare protesi a risparmio tissutale osseo, preservando il collo del femore grazie a design innovativi ed, in casi molto selezionati, rivestendo la testa femorale.     
 

Trattamento antalgico postoperatorio

Nella fase post-chirurgica di ogni intervento all’anca il paziente viene seguito da un anestesista che si occupa della prevenzione e della cura della sintomatologia dolorosa ricorrendo alle più moderne metodiche (blocchi selettivi dei rami nervosi, sondini peridurali, somministrazione continuata di mini-dosi di analgesici ecc.) e all’uso farmaci di ultima generazione.