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CHIRURGHI DI TUTTA EUROPA A SCUOLA DI ROBOTICA DA PIERGIUSEPPE PERAZZINI

Mercoledì 27 Febbraio 2019

Piergiuseppe Perazzini, medico chirurgo e pioniere della robotica, è il fondatore del CORE (Centro di Ortopedia Robotica Europea), accreditato come centro ufficiale europeo di addestramento di implantologia protesica parziale e totale di anca e ginocchio.

La chirurgia protesica robotica è ormai una realtà consolidata nel nostro paese: sono più di 2 mila gli interventi di anca e ginocchio effettuati dal pioniere della metodica, il chirurgo ortopedico Piergiuseppe Perazzini, che ancora oggi detiene il primato europeo di interventi di implantologia protesica totale e parziale di anca e ginocchio in Europa.

Fondatore, del CORE, Centro di ortopedia robotica europeo, accreditato come il centro ufficiale in Europa di Addestramento per la artroplastica parziale e totale di anca e ginocchio (MAKOPlasty) dalla Mako Surgical, Perazzini è diventato un punto di riferimento formativo per i chirurghi ortopedici di tutto il mondo, in particolare per tutti i giovani colleghi che vogliono imparare ad usare i robot Mako, visto che le competenze e la lunga esperienza lo hanno portato ad essere il massimo esperto del settore.

Formazione robotica: un allievo d’eccezione

Laboratori tecnici, live surgery, lezioni frontali: così Perazzini fa scuola in Italia e all’estero. Di recente è stato in Clinica San Francesco anche uno dei più accreditati chirurghi italiani di ortopedia tradizionale, Guido Grappiolo, responsabile dell’Unità operativa ortopedica chirurgica anca e ginocchio di Humanitas. Con all’attivo oltre 10 mila interventi ortopedici in chirurgia tradizionale, Grappiolo ha deciso di affidarsi alle mani esperte del collega per impratichirsi con la nuova tecnica.

“Appartenendo io a quella schiera di chirurghi che fanno ricerca, da tempo mi ero interessato ad una pratica antesignana della robotica, ma per diverse ragioni non sono andato oltre. Ovviamente – ha raccontato Grappiolo – come tutte le tecniche ha bisogno di studio e di consolidarsi. Io avevo spostato il mio focus altrove e sono rimasto indietro; una volta saputo che il collega Perazzini era partito, e ha fatto un’esperienza così grande e così importante, ho pensato subito che la cosa migliore fosse diventare suo allievo”.

La chirurgia robotica in Italia raccontata da Perazzini

Abbiamo incontrato il dottor Perazzini per farci raccontare come nasce il suo interesse per la robotica e per approfondire insieme a lui alcuni aspetti della metodica.

Dottor Perazzini, cosa ha spinto un chirurgo esperto e affermato come lei ad imparare ad applicare la robotica in protesi a ginocchio e anca in sala operatoria?

“Era il 2010 quando sono venuto a conoscenza di questa metodica e ne sono rimasto affascinato. Sono rimasto colpito dalla precisione del gesto chirurgico studiato, calibrato e misurato”.

“La chirurgia robotica ti permette di avere una precisione totale rispetto a quello che stai facendo”.

“Prima del suo avvento, per alcuni interventi mi capitava di dover attendere le lastre post operatorie per capire se una protesi fosse impiantata bene o meno. Adesso questo si può verificare in tempo reale con un margine di errore praticamente nullo. Grazie al sistema robotico sono in grado di conoscere in tempo reale i risultati del mio lavoro e avere la certezza che quello che ho fatto corrisponde all’immagine radiologica che facciamo dopo aver eseguito l’intervento. Adesso, dopo gli interventi fatti a diversi pazienti, ci ritroviamo ad avere immagini radiologiche che sono perfettamente sovrapponibili”.

Si potrebbe pensare che con l’avvento dei robot in sala operatoria, l’abilità del chirurgo diventerà un fattore di secondo piano. È così?

“Non credo, anzi, la amplifica, perché riesce a dare al chirurgo possibilità maggiori per realizzare quello che vuole. Il robot non è altro che un esecutore materiale di quello che il chirurgo ha progettato e deciso di realizzare”.

Chirurgia robotica: chi può essere operato con questa tecnica?

“La scelta tra chirurgia robotica e chirurgia tradizionale dipende dalle condizioni del paziente. Avendo a disposizione entrambe le tecniche è il chirurgo a stabilire quale sia meglio. È importante ricordare che conta moltissimo anche l’abilità del chirurgo di utilizzare il robot”.

Come si svolge una lezione di chirurgia robotica per l’impianto di protesi all’anca e al ginocchio?

“Le lezioni sono suddivise in due momenti diversi”.

“La prima parte è rappresentata da vere lezioni frontali dove spiego e mostro ai colleghi le tecniche. La seconda parte, invece è pratica: i colleghi mi seguono in sala operatoria dove grazie a laboratori tecnici, definiti bioskill lab, applico le tecniche su parti anatomiche, con l’utilizzo dello strumento”.

“Presto attiveremo per i colleghi la possibilità di lavorare con me sul campo in live surgery, in cui, previa organizzazione, potranno partecipare all’intervento sin dalla discussione e vedere lo strumento agire con tessuto vivo, per poter comprendere meglio l’attività robotica”.

Chirurghi di tutta Europa a scuola di robotica da Piergiuseppe Perazzini