L’obesità in età pediatrica si traduce in gravi patologie anche dell’apparato scheletrico. Secondo il COSI “Childhood Obesity Surveillance Initiative” sono circa 42 milioni di bambini sotto i 5 anni che soffrono di questa malattia.
Il Natale è ormai alle porte con tavole imbandite di ogni leccornia e come ogni anno è importante stare attenti a non esagerare troppo con dolci e cibi grassi.
Le festività sono sempre un grosso problema per i golosi e soprattutto per i bambini, che hanno accesso a zuccheri e grassi come mai durante il resto dell’anno. Non si deve quindi esagerare, ed evitare che i più piccoli facciano incetta di caramelle e cioccolato, così da scongiurare un incremento del peso che potrebbe portare allo sviluppo di una forma di obesità infantile.
L’obesità pediatrica è ormai diventato un fenomeno in crescita che attanaglia la nostra società occidentale, si attesta che nel mondo, circa 42 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni di età sono in sovrappeso o addirittura obesi.
Un’indagine condotta nell’ambito dell’iniziativa internazionale, COSI “Childhood Obesity Surveillance Initiative”, dove sono stati coinvolti oltre 250 mila bambini di età compresa tra i 6 e i 9 anni ha sottolineato che la prevalenza del sovrappeso varia dal 18% al 52% nei maschi e dal 13% al 43% nelle femmine mentre la prevalenza dell’obesità varia dal 6% al 28% tra i bambini e dal 4% al 20% tra le bambine, sulla base delle curve di crescita WHO.
Dai dati si evince che esiste una discrepanza tra Nord-Sud europei, con le prevalenze più alte di sovrappeso e obesità nei Paesi dell’Europa meridionale.
Quali sono le conseguenze dell’obesità sul nostro organismo?
Secondo il dott. Piergiuseppe Perazzini, responsabile dell’Unità traumatologica e ortopedica della Clinica San Francesco di Verona:
“Contenere il nostro peso corporeo in un ambito di normalità ci permette di garantire un’usura normale delle nostre articolazioni e mantenere il nostro apparato circolatorio in condizione ottimale. L’effetto del peso corporeo ricade anche sul nostro apparato scheletrico, compromettendo le funzionalità cardiache e respiratorie. Il sovrappeso porta all’usura delle articolazioni riducendo ulteriormente la nostra capacità motoria.”
Il problema dell’obesità si può manifestare in età pediatrica o da adulti, in entrambi i casi le funzionalità del nostro organismo sono compromesse.
Un bambino con problemi di sovrappeso, manifesta uno scorretto sviluppo e calcificazione delle ossa che spesso coincide con una deviazione in valgismo delle ginocchia o di un piattismo dei piedi che si accentuano con un sovraccarico e si possono trasformare in patologie.
Se il problema del sovrappeso si presenta in età più avanzata potrebbe presentarsi in concomitanza di una fase di degenerazione cartilaginea o di avanzata usura legata a traumi da sport, lavoro o fratture. In questi casi, l’obesità accelera l’usura delle articolazioni e quindi porta più velocemente verso un intervento protesico.
L’operazione chirurgica diventa un momento delicato e può trasformarsi in un rischio per le persone con un sovrappeso importante.
Sempre secondo il chirurgo ortopedico Perazzini:
“È molto rischioso per un paziente obeso sottoporsi ad un intervento chirurgico. Stiamo parlando di pazienti che superano i cento chili di peso. Si tratta di operazioni chirurgiche che possono essere realizzate, ma i rischi sono maggiori sia durante l’intervento sia in una fase post operatoria che si manifesta con difficoltà di recupero di un’ autonomia deambulatoria. Operare un paziente obeso è sicuramente più difficile, anche l’anestesista è costretto a usare un quantitativo di farmaci maggiore quindi maggiori potrebbero essere le complicanze, come per lo stesso chirurgo che si trova a operare su un ginocchio o una gamba con un diametro maggiore. Per queste innumerevoli ragioni, è fondamentale, prima di un intervento chirurgico, sottoporre i pazienti a una dieta proteica, che permetta un consumo del grasso accumulato e quindi una perdita di peso sufficiente ad intervenire minimizzando i rischi”.
Il dott. Perazzini conclude quindi dicendo:
“Le abitudini alimentari dei bambini sono strettamente connesse a quelle degli adulti, è fondamentale riuscire a far adottare alle nuove generazioni, un regime alimentare equilibrato, dove il cibo spazzatura, per quanto presente possa essere ridotto ai minimi termini. L’educazione alimentare parte all’interno delle mura domestiche. Se in una famiglia mamma e papà sono sovrappeso, lo saranno anche i bambini, il cane e il gatto”.