La tiroide è una ghiandola posta nella regione anteriore del collo. Essa produce ormoni che controllano importanti processi biologici come numerose funzioni metaboliche. Gli ormoni tiroidei hanno effetto di stimolo sulla proliferazione di numerosi tessuti del nostro organismo e sono dotati di numerosi effetti sul metabolismo, così a livello scheletrico consentono una normale crescita e a livello del sistema nervoso centrale, sono responsabili della maturazione cerebrale e in genere dello sviluppo del sistema nervoso centrale, ma anche effetti sul trofismo muscolare, pelle, reni, sistema cardiovascolare, sistema gastrointestinale e riproduttivo. Hanno un’azione fondamentale su peso corporeo, forza muscolare, metabolismo degli zuccheri, dei grassi e delle proteine proteico, sulla pressione arteriosa. L’azione di questi ormoni è importante per lo sviluppo di tutto l’organismo per il suo regolare funzionamento.
Che cosa succede quando la tiroide funziona male? Lo abbiamo chiesto al medico endocrinologo Aldo Morea specialista della Clinica San Francesco.
“Molto spesso i problemi legati alla tiroide sono la conseguenza di una mancanza di iodio e potrebbero essere prevenuti già con una dieta equilibrata che comprenda alimenti ricchi di iodio e uso di sale iodato. Le patologie tiroidee che hanno ripercussioni su tutto l’organismo e in particolare sul sistema cardiocircolatorio sono: l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo cioè una ridotta o una eccessiva produzione di ormoni tiroidei”.
Quali sono i sintomi di queste patologie? Esistono terapie?
“Si tratta di patologie dai sintomi e dalle conseguenze completamente opposte. L’IPOTIROIDISMO è una condizione di ipoattività della tiroide con conseguente diminuzione della produzione degli ormoni e riduzione delle funzioni metaboliche. Il rallentamento della frequenza cardiaca, l’eccessiva sensibilità al freddo, gli elevati livelli di colesterolo nel sangue, depressione, perdita dei capelli che si presentano sottili, secchi, fragili, la stipsi, ritenzione di liquidi, gozzo, sono alcuni dei sintomi e dei segni dell’ipotiroidismo, che possono essere più o meno marcati a seconda della gravità e della durata della malattia. La terapia è da iniziare appena possibile utilizzando gli ormoni tiroidei (L-Tiroxina in particolare) in dosaggio variabile in base ad età, genere, patologie concomitanti e il peso corporeo. Spesso utile dal punto di vista diagnostico, il dosaggio di alcuni anticorpi per diagnosticare una forma di ipotiroidismo conseguente ad una particolare infiammazione della tiroide (Tiroidite di Hashimoto). Una particolare attenzione va posta per ricercare ed eventualmente trattare l’ipotiroidismo della donna in gravidanza onde evitare l’insorgere di problemi anche gravissimi del feto. Invece, l’IPERTIROIDISMO è, più spesso, una condizione di iperattività della ghiandola con conseguente aumento della produzione degli ormoni tiroidei e accelerazione del metabolismo e con sintomi cardiovascolari quali: tachicardia, eccessiva sudorazione, stati d’ansia e nervosismo, perdita di peso. Si tratta di una patologia più frequente nelle donne, ma non esiste alcuna forma preventiva e il trattamento terapeutico dipende da: età del paziente, cause che hanno portato la tiroide a produrre un eccessivo numero di ormoni e dalla gravità delle manifestazioni cliniche”. Per la terapia si usano farmaci a dosaggi e tempi dipendenti dal singolo caso, ma è anche possibile la terapia chirurgica o con iodio radioattivo quando indicato.
Quale è il percorso da fare per ottenere una corretta diagnosi?
“Entrambe le patologie prevedono una valutazione approfondita della storia clinica e delle condizioni fisiche del paziente. Solo dopo aver condotto una visita accurata del paziente è possibile iniziare a condurre accertamenti più specifici. In caso di ipotiroidismo sono sufficienti delle analisi del sangue che vadano a misurare i livelli di TSH e degli ormoni tiroidei (FT3 e FT4) e il dosaggio degli anticorpi antiTPO e antiTG (anticorpi antitiroide). In caso di ipertiroidismo la diagnosi richiede la misurazione dei livelli di T3, T4, TSH, ed eventualmente degli anticorpi antirecettore del TSH e antitiroide. In genere necessario eseguire una ecografia della tiroide e,attualmente meno frequentemente, una scintigrafia”.