Fare prevenzione per il cuore significa mettere in atto tutti i provvedimenti necessari per ridurre il più possibile l’incidenza delle malattie cardiovascolari, soprattutto di origine aterosclerotica.
La prevenzione è fondamentale: queste malattie, in particolare l’infarto e l’ictus, infatti, insorgono spesso all’improvviso. Inoltre, sono patologie non solo ad alta mortalità, ma spesso causa di elevata disabilità. Quindi, intervenire in tempo significa non solo allungare la vita del paziente, ma anche apportare un netto miglioramento alla sua qualità.
Lo specialista in cardiologia valuterà il rischio cardiovascolare globale del paziente e stabilirà un piano terapeutico su misura.
Ma quali sono i fattori di rischio che predispongono un paziente a queste patologie?
Questi fattori si suddividono tra condizioni modificabili, su cui è possibile intervenire, come il fumo, l’ipertensione arteriosa, il diabete, l’ipercolesterolemia, la sedentarietà, e fattori non modificabili, quali la razza, l’età, il genere e l’eventuale predisposizione genetica.
In alcuni pazienti, possono essere presenti più fattori di rischio contemporaneamente, aumentando notevolmente le possibilità di insorgenza di una di queste patologie.
Se da un lato è fondamentale sottoporsi a regolari controlli presso uno specialista, che provvederà anche a prescrivere gli esami necessari, lo è anche modificare il proprio stile di vita.
Per una buona salute cardiovascolare, infatti, è fondamentale fare spesso attività sportiva, anche di lieve intensità, e seguire una dieta corretta, povera di grassi saturi animali e di carboidrati semplici, ricca invece di pesce, fibre, e carboidrati complessi. Il fumo andrà evitato assolutamente e limitato il consumo di alcolici.
Le linee guida europee sulla prevenzione cardiovascolare, infine, consigliano agli uomini di sottoporsi ai primi accertamenti intorno ai 40 anni, alle donne circa 10 anni più tardi, grazie al cosiddetto “ombrello ormonale” che le protegge fino alla menopausa.